Scienziata italiana scoprì gene dell’Alzheimer: il suo centro rischia la chiusura. «Non ci sono fondi».

Lei si chiama Amalia Bruni

E’ una scienziata e dirige il Centro regionale di neurogenetica di Lamezia Terme, in Calabria.

Nel suo ambiente è conosciutissima, perché è stata tra le prime a scoprire (nel 1995) il gene dell’Alzheimer.

Ma oggi il Corriere della Sera ha svelato un drammatico particolare:

il centro diretto dalla stessa Bruni, in cui negli anni sono state fatte tantissime ricerche nell’ambito delle malattie neurodegenerative, rischia di chiudere, perché non ci sono più i fondi nemmeno per pagare il personale.

Finisce a rischio l’esistenza di un centro in cui, oltre che ricerca, si fa anche assistenza ai malati di demenza e di Alzheimer:

diversi dipendenti, da infermieri a psicologi, hanno già ricevuto la lettera di licenziamento e il 1° marzo resteranno a casa.

Una perdita enorme

I nostri studi negli ultimi anni hanno trovato ostacoli che non ci permettono più di continuare – le sue parole – tutto ciò accade nell’indifferenza della politica regionale, dei commissari prefettizi che guidano l’Azienda sanitaria di Lamezia commissariata per mafia, e del commissario per l’attuazione del piano di rientro della sanità regionale».

 

Fino al 2018

La somma destinata al Centro di neurogenetica veniva erogata dalla regione nei tempi previsti.

Ma a un certo punto i soldi non sono più arrivati, nonostante «facessero parte di un fondo istituiti con legge regionale mai abrogata». I 200mila euro inseriti in bilancio dalla Regione nel 2018, adesso sono già finiti: «Ogni giorno – conclude la scienziata – siamo costretti a mandare a casa centinaia di pazienti e abbiamo bloccato anche le prenotazioni». Una storia decisamente amara.

(Leggo)

 

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