Solitude in Apathy é il nome dell’Ep omonimo del power trio di dark wave partenopeo. L’album si compone di quattro tracce a firma dei tre componenti della band: Santina Vasaturo alla voce ed al basso, Gennaro Cristiano alle chitarre e Diego Niola alla batteria. Il brano di apertura, Dreaming in Silence è atipico rispetto agli altri tre essendo quello più vicino al goth rock e a certe sonorità hard. I tempi si fanno serrati ed emerge a pieno la solidità ritmica e l’energia che i tre riescono a produrre con la giusta amalgama di effetti e presenza.
Linee ritmiche essenziali e precise sia nel basso che nella batteria con i suoni di chitarra che come un velo si incastrano negli spazi appositamente lasciati,creando un’atmosfera di piena energia ma senza colpire l’ascoltatore in pieno viso facendosi quindi apprezzare appieno anche da chi non è avvezzo a sonorità più pesanti. E se dreaming in silence è il pezzo più Siouxsie del disco, con Nothing Last Forever il trio ci conduce nelle brumose terre d’Albione con pianure nebbiose e voci eteree. Qui spicca appieno la vena dark più che gotica con i rimandi ai Cockteau Twins.
La malinconia dell’unico verso “did you see me Claire” riecheggia dentro e intorno all’ascoltatore creando una perfetta sintesi del sound dei Solitude.il terzo brano è In the Others, una impressionista pagina di un romanzo scritto su carta rugosa narrato da basso e batteria dove la chitarra riesce a creare una sorta di incisione preromantica color sepia. È un’opera dove si naviga a vista con la nebbia che ci circonda, certi di non essere soli, divisi da quelle nebbie del cuore, appunto, che spesso costruiamo intorno a noi.
Nel quarto brano, Oceans, i Solitude costruiscono invece un vero e proprio mare: sembra di essere sott’acqua con gli echi distanti e i suoni ovattati delle cose. Motoscafi piuttosto che pietre che si muovono sul fondale. Qui la voce riesce particolarmente ispirata e ancora una volta si avvertono rimandi a Cocteau Twins e Black tape for a Blue girl. Solitude in Apathy è sicuramente un ottimo lavoro, dalle sonorità efficaci, suonato e arrangiato veramente bene. Aspettiamo a questo punto il vero primo LP dei solitude, in attesa di poter entrare, ancora una volta, nelle loro visioni sfumate e rarefatte.
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