Mentre i casi di persone affette da coronavirus aumentano in Italia e nel mondo, a Wuhan, città epicentro dell’epidemia, una neonata di soli 17 giorni è guarita dal virus autonomamente, senza ricorrere ai farmaci. Lo ha riferito il quotidiano inglese Daily Mail, che cita fonti locali. Xiao xiao, questo il nome della piccola, è la più giovane paziente al mondo a essersi ripresa dall’infezione. I medici le aveva diagnosticato il coronavirus poco dopo la nascita, ma poiché i sintomi non erano evidenti –  aveva un’infezione alle vie respiratorie e lievi danni al miocardio – non le avevano somministrato alcun antibiotico. “Non aveva evidenti difficoltà respiratorie, non ha tossito o avuto la febbre, quindi le abbiamo somministrato solo un trattamento per le sue condizioni miocardiche”, ha dichiarato il dott. Zeng Lingkong, del Dipartimento di Neonatologia dell’ospedale, all’emittente cinese CCTV. I medici hanno assicurato che la bambina si è completamente ripresa dal coronavirus e dalle sue malattie cardiache, e il 21 febbraio, dopo tre test negativi, è stata dimessa dall’ospedale dell’Hubei in cui era ricoverata. Ora è a casa e sta bene. Intanto gli esperti stanno cercando di calcolare la probabilità che il nuovo coronavirus possa trasmettersi dalle madri ai figli nell’utero. All’inizio di febbraio un bambino nato da paziente affetta era risultato positivo all’infezione 30 ore dopo il parto, mentre un’altra donna, risultata positiva al test, aveva partorito una bimba sana. In Italia invece cresce la preoccupazione per il diffondersi dell’epidemia. Per quanto riguarda i più piccoli, però, secondo quanto dichiarato a TPI dal virologo Fabrizio Pregliasco, i bambini riescono a sviluppare una migliore risposta immunitaria. “Ancora non si hanno certezze, ma i più giovani reagiscono scacciando il virus, che si attacca invece agli anziani con complicanze mediche già presenti. Come le vittime italiane”, ha spiegato il medico. Secondo i dati pubblicati nel Chinese Journal of Epidemiology – aggiornati all’11 febbraio – in Cina, il Paese più colpito dall’epidemia, non c’è stato nessuno decesso da coronavirus sotto i dieci anni e il virus avrebbe solo lo 0,2 per cento di letalità tra i 10 e i 19 anni. Il numero di decessi, quindi, sale con l’aumentare dell’età: la percentuale rimane la stessa (0,2 per cento) nelle fasce d’età 19-29 anni e 30-39 anni. Raddoppia tra i 40 e i 49 anni (0,4 per cento) e triplica in quella successiva: 1,3 per cento tra i 50 e i 59 anni. 3,6 per cento di decessi nelle persone che hanno tra i 60 e i 69 e l’8 per cento tra i 70 e i 79 anni. La fetta più consistente di decessi (14,8 per cento) è tra chi ha più di 80 anni. Fonte: Tpi Leggi anche Coronavirus, procede la gravidanza della moglie del ‘paziente 1’ di Codogno: “La bimba sta bene”.

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