Due ore. Bastava aspettare due ore e si sarebbe evitato il rischio della Codogno del Sud sul Gargano. Quel Sud dove il premier Giuseppe Conte vuole (o avrebbe voluto) evitare la diffusione del coronavirus a causa di una sanità meno preparata, strutturalmente, a reggere una eventuale crescita esponenziale dei contagiati. E invece il primo morto positivo al coronavirus del Mezzogiorno è stato contabilizzato proprio nel paese dove Conte ha studiato e si è diplomato, quel San Marco in Lamis che dista 17 chilometri da San Giovanni Rotondo, il paese di Padre Pio dove ancora vive la famiglia di origine del premier.

Tutto è accaduto lo scorso 3 marzo, quando si sono celebrati i funerali del ragioniere Raimondo, il 75enne con una vita lavorativa trascorsa alla Asl, che tutti conoscevano a Sand Marc, come viene chiamato in dialetto il centro garganico dai suoi abitanti. Il ragioniere è morto nella notte tra il 27 e il 28 febbraio e, avendo patologie pregresse, il nesso tra decesso e Covid-19, al momento, non è stato provato neanche dall’autopsia (l’ultima parola spetta all’Istituto superiore di sanità che esaminerà i campioni clinici e gli esami autoptici).

Però il ragioniere della Asl a febbraio era stato in provincia di Cremona, a trovare dei parenti. Quando Cremona era soltanto la provincia dei violini e dei torroni e non uno dei centri al confine con la prima zona rossa italiana del coronavirus. Il 16 febbraio, rientrato a San Marco in Lamis, le condizioni del ragioniere sono peggiorate: scoppiato il caso di Codogno, il 75enne avvisò il medico di essere stato in Lombardia.

Il funerale affollato

Alla sua morte il medico di base avrebbe segnalato al medico legale il viaggio del ragioniere in provincia di Cremona, con conseguente tampone. Ma prima dell’esito delle controanalisi il medico legale avrebbe dato il via libera ai funerali: «Un errore catastrofico», lo ha definito il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

Perché un’ora dopo il termine del funerale, affollato da 300 persone (e durato, a sua volta, circa un’ora), arriva l’esito delle controanalisi: il ragioniere, nel suo soggiorno al nord, aveva contratto il virus e da metà a fine febbraio lo ha trasmesso — si è saputo ieri — ad almeno altri 4 contatti stretti: la moglie, un parente, il medico di famiglia e la consorte di quest’ultimo. Che a loro volta hanno ovviamente partecipato al funerale (a cui non sono mancati i parenti cremonesi) , ricevendo, prima e dopo la funzione religiosa (e durante il tempo trascorso in camera ardente) le condoglianze di mezzo paese. Baci e abbracci, quanto di più sconsigliato ai tempi del coronavirus. «L’Asl di Foggia — spiega il sindaco di San Marco in Lamis, Michele Merla — sta contattando tutte le persone che hanno preso parte ai funerali del pensionato chiedendo contezza sulle loro condizioni di salute».

L’indagine della Procura

Ma la questione va chiarita: al momento la Procura di Foggia ha aperto una inchiesta senza ipotesi di reato né indagati. Ma il procuratore della Repubblica Ludovico Vaccaro aspetta un’informativa dei carabinieri e una relazione della Asl per capire come sono andate realmente le cose. In mattinata i sindaci di San Marco in Lamis, San Nicandro Garganico (dove si è verificato un altro caso di coronavirus), di San Giovanni Rotondo (nel cui ospedale è ricoverato il paziente di San Nicandro), San Severo (dove era stato ricoverato il ragioniere poi trasferito alla camera mortuaria di San Marco in Lamis) e Foggia si sono incontrati con il prefetto Raffaele Grassi e i vertici della Asl per fare il punto della situazione.

Da monitorare, da oggi in poi, con un comitato permanente. La Regione Puglia ha già segnalato al premier Conte il caso perché possa essere istituita una zona rossa. Nel frattempo, a San Marco in Lamis, sono già stati effettuati una settantina di tamponi: i poco meno di 15 mila abitanti del centro garganico vogliono evitare di diventare come gli altrettanti cittadini di Codogno. E non maledire quelle due ore di anticipo.

Fonte: Il Corriere della Sera Leggi anche Coronavirus nel Lazio, primo morto a Roma: donna di 87 anni positiva al primo test
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