"Questa crisi coinvolge tutti, nessuno ha visto i 600 euro, per questo ci fanno riaprire ma l'apertura a metà servizio è una presa in giro. I nostri dipendenti contribuiscono al successo delle nostre attività, ma siamo costretti a licenziarli perché ci chiedono le tasse presenti, passate e future. Ogni giorno ci prendiamo cura delle nostre attività, ma dove è lo Stato? Vergogna". Così un giovane commerciante interviene da piazza Duomo a Milano contro le misure prese dal governo per le riaperture delle attività commerciali. "Io ho un'attività chiusa dal giorno dopo il decreto, ma i pagamenti non li hanno congelati. Ho un ristorante, sono chiuso da due mesi e non ho mai visto 600 euro, siamo un popolo di lavoratori, abbiamo voglia di lavorare ma non ci sono i presupposti", dice dal megafono alla vigilia della riapertura di lunedì 18 maggio. "Lo Stato ti dice come guidare la macchina, ma la verità è che loro non la sanno guidare, non hanno mai lavorato: la teoria è una cosa, la pratica è un'altra. Loro non fanno politica, stanno in politica e se i commercianti di Milano scendono in piazza è perché il problema è reale, perché Milano non si è mai tirata indietro", conclude il giovane commerciante. Fonte: Affari Italiani Leggi anche Decreto Rilancio, la delusione di autonomi e imprese: "Mancati incassi, indennizzi ridotti" Seguici su Facebook 41esimoparallelo

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