Sciopero comparto scuola 8 giugno

Lunedì 8 giugno i sindacati manifestano uniti con uno sciopero nazionale il loro dissenso nei confronti delle scelte del Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals, Gilda-Unams hanno indetto uno sciopero della Sezione Scuola e Area della Dirigenza del Comparto Istruzione e Ricerca. La motivazione? Il tavolo di conciliazione tenutosi ieri in videoconferenza è risultato fallimentare. “Risposte insoddisfacenti da parte del Ministero”. Si legge nel comunicato diffuso dai sindacati uniti in previsione dello sciopero. “Per ripartire servono investimenti straordinari, non piccoli aggiustamenti”. È la sentenza dei rappresentanti firmatari. Tra le motivazioni del giudizio negativo al tentativo di conciliazione “nessuna disponibilità rispetto alla richiesta di un potenziamento degli organici del personale docente e ATA, la cui necessità è resa evidente dai contenuti del documento con cui il Comitato Tecnico Scientifico indica le misure indispensabili per un riavvio in sicurezza delle attività in presenza, fissando parametri di distanziamento che imporranno un’articolazione del lavoro su gruppi ridotti di alunni”. E ancora. “Ugualmente non accolte, nell’incontro di oggi, tutte le richieste avanzate dai sindacati: garantire il rigoroso rispetto del limite di 20 alunni per classe in caso di presenza di allievi con disabilità, rivedere almeno nella presente emergenza i parametri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, provvedere alla messa in sicurezza degli edifici, promuovere modifiche normative che sottraggano i Dirigenti Scolastici da responsabilità improprie in merito alla manutenzione degli edifici”. Per questo “è forte il timore per la riapertura delle scuole, mancando ad oggi un progetto chiaro e ben definito sulle modalità con cui tornare all’attività didattica in presenza”.  

Gli animi sono esasperati

La situazione Covid ha contribuito ad esasperare gli animi. I dirigenti hanno dovuto adattarsi e modificare il carico di lavoro, gli insegnanti hanno dovuto stravolgere i loro metodi e lavorare in condizioni di stress mai viste prima, gli alunni sono stati allo sbando o comunque hanno vissuto lunghe giornate di incertezza. Insomma lo sforzo è stato enorme, alcuni risultati ci sono stati, ma l’insoddisfazione è tanta. Ed è palpabile. Una cosa è certa: il ministro Azzolina è quello che tiene più alta l’attenzione su di sè da mesi. È riuscita persino a superare il ministro della Salute Roberto Speranza, che sarebbe dovuto essere unico faro nazionale nell’emergenza Coronavirus, e il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, su cui c’è stato il pressing per ritornare a giocare. E in italia si sa quanto sia fondamentale il calcio.Tutti gli occhi sono puntati su di lei. E prima “l’imposizione” della didattica online mal digerita per modi e toni, poi l’incertezza per l’esame di maturità fino all’ultimo in bilico, infine i concorsi e il precariato (molti non ci hanno capito niente). Su tutte le questioni fondamentali si è scatenato un putiferio. È il popolo che è sempre scontento o è il ministro che non ascolta nessuno? Ognuno si è fatto un’idea.  

Calano i consensi, il sondaggio

Sta di fatto che i sondaggi non  la premiano. Anzi. Secondo quanto riportato dal Giorno, l’Azzolina è la più impopolare del governo Conte. Dal sondaggio commissionato ad Antonio Noto si evince che il ministro dell’Istruzione non abbia mai superato il 30% di consensi per la gestione della situazione durante l’emergenza Coronavirus. E in questi ultimi giorni il suo consenso ha toccato il minimo storico. E così lo striscione della Lega esposto alla Camera, “Bocciata Azzolina”, non è più semplice opposizione di partito, ma grido unanime. La gaffe dell’imbuto di qualche settimana fa poi è stata una sciccheria. “Gli studenti non sono imbuti da riempire”. Ciò che si è riempito sembra essere tutt’altra cosa. Intelligenti pauca.  

Il decreto legge passa, ma la delusione resta

Intanto il decreto Legge sulla Scuola è passato (finalmente e con molte difficoltà), ma non basterà probabilmente a salvarla da un’ascesa rovinosa.  Via libera definitivo della Camera con 245 sì. La lunga maratona di dichiarazioni di voto è terminata intorno alle 3 di questa notte con l'ostruzionismo di FdI e Lega. Con il voto finale sul provvedimento, il dl diventerà legge. I docenti esultano? Ma anche no. Valentina Piermalese Leggi anche: Dl Scuola, la Camera approva il decreto: è legge. Seguici su: 41esimo parallelo  
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