Reddito di Cittadinanza: sono passati quasi 18 mesi dall’introduzione della misura, tant’è che per molti beneficiari si avvicina il momento della
decadenza del beneficio (con la possibilità comunque di
ripresentare domanda dopo un mese nel caso in cui ne soddisfino ancora i
requisiti reddituali e patrimoniali).
Va detto, però, che ad un anno e mezzo siamo ancora lontani da un Reddito di Cittadinanza così come lo aveva pensato il legislatore.
Politica attiva partita in ritardo, assegno di ricollocazione. Il quale - complice lo scoppio della pandemia - comincia ad essere attribuito solo in questi giorni, e diversi decreti attuativi che ancora devono essere approvati.
Richiedere il sostegno in un'unica soluzione
Se da una parte il
taglio del Reddito di Cittadinanza non speso è operativo solo adesso, dall’altra si attende ancora che diventi effettiva la possibilità di
richiedere il sostegno in un’unica soluzione. Così da poter utilizzare quanto ricevuto per dare il via ad un’
attività da lavoro autonomo.
Il decreto 4/2019, infatti, riconosce la possibilità che il
Reddito di Cittadinanza possa essere pagato tutto un’unica soluzione. Un po’ come avviene oggi con l’
anticipo della NASpI - per coloro che avviano un’attività lavorativa
autonoma o di
impresa individuale, o anche una
società cooperativa.
Va detto che tra coloro che hanno fatto domanda del Reddito di Cittadinanza ci sono molte persone che avrebbero voluto beneficiare di questa possibilità per dare il via al loro progetto. Tuttavia, causa rallentamenti della politica, il loro sogno - almeno per il momento - resterà irrealizzato.
Reddito di Cittadinanza pagato in un’unica soluzione: cosa prevede la normativa
Nell’articolo 8 comma 4, si legge che ai beneficiari del RdC che avviano un’attività lavorativa autonoma. Oppure impresa individuale o una società cooperativa entro i primi 12 mesi di fruizione viene riconosciuto in un’
unica soluzione un beneficio addizionale (quindi in aggiunta a quanto già percepito) pari a
sei mensilità del RdC, nel limite però di 780 euro mensili.
Quindi, per un nucleo familiare che percepisce 1.000 euro di RdC e dove anche un solo componente decide di dare avvio ad un’attività da lavoro autonomo sarà riconosciuto in un’unica soluzione un contributo di
4.680€, utile per far fronte alle prime spese. Per chi invece ha un RdC di 500 euro mensili, importo medio secondo i dati pubblicati dall’INPS, il contributo per l’avvio dell’attività sarà di
3.000€.
Si tratta comunque di un importante aiuto, in quanto si andrebbe ad
aggiungere a quanto già percepito a titolo di Reddito di Cittadinanza. Ricordiamo comunque che entro 30 giorni dall’avvio dell’attività bisognerà comunque darne comunicazione all’INPS indicando il reddito presunto. Questo sarà un parametro fondamentale ai fini del ricalcolo del sostegno.
Incentivo lavoro autonomo: perché ancora non si può richiedere
Come anticipato, però, c’è un problema: ad oggi, infatti, l’incentivo per il lavoro autonomo riconosciuto ai percettori del Reddito di Cittadinanza
non è ancora operativo. Il decreto 4/2019, infatti, rimanda ad un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro dello sviluppo economico, il compito di prevedere le
modalità di richiesta e di
erogazione di questo beneficio addizionale.
Fino ad allora, chi prende il Reddito di Cittadinanza e nel frattempo decide di
avviare un’attività di lavoro autonomo non ha comunque diritto ad alcuna somma aggiuntiva. E pensare che c’è chi ha fatto richiesta del Reddito proprio per approfittare di questa possibilità.
A tal proposito ci auguriamo che il decreto suddetto arrivi il prima possibile. Così da fare in modo che il Reddito di Cittadinanza possa funzionare come originariamente era pensato. E per far sì che chi ha un progetto da avviare possa godere di un piccolo sostegno economico per farlo. Fonte: Money
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