Cosa dovranno fare gli insegnati a scuola in caso di alunno positivo? Arrivano le linee guida ufficiali sul comportamento che si dovrà seguire nelle scuole nel caso in cui venga riscontrato tra gli alunni un caso di positività al Covid-19. Le disposizioni sono contenute nel rapporto ‘Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-Cov-2 nelle scuole' redatto da Iss, ministero della Salute, ministero dell’Istruzione, Inail, Fondazione Bruno Kessler, Regione Veneto, Regione Emilia-Romagna. Il documento contiene i comportamenti da seguire passo dopo passo, con tutte le precauzioni da adottare, se vengono riscontrati casi sospetti o positivi.

La presenza di un referente scolastico

La prima importante novità è la presenza di un referente scolastico formato per gestire l’emergenza Covid. Le scuole, inoltre, dovranno tenere il registro degli eventuali contatti avuti tra gli alunni e con il personale di classi diverse da quelle di appartenenza.

Fondamentale la collaborazione dei genitori

Si richiede, poi, la collaborazione dei genitori per misurare la temperatura ai bambini tutti i giorni prima di andare a scuola. Devono, inoltre, segnalare le assenze per motivi di salute riconducibili al Covid. In caso di sospetti verrebbero attivati il referente scolastico, i genitori, il pediatria o il medico di medicina generale, oltre ai dipartimenti di Prevenzione.

Scuola: cosa fare se un alunno ha dei sintomi?

Se un alunno presenta i sintomi a scuola, secondo le raccomandazioni va isolato in un’area apposita, con l’assistenza di un adulto che indossa la mascherina. I genitori devono essere subito allertati. Una volta riportato a casa il bambino, i genitori contattano il pediatria o il medico, che decide se sottoporre il bimbo al tampone.

Le linee guida

Se il test è positivo si parte quindi con il tracciamento e l’individuazione dei contatti stretti. Si valuteranno poi le singole misure da intraprendere, tra cui, se necessario, anche la quarantena per i compagni di classe, gli insegnanti e gli altri soggetti che hanno avuto contatti. Le scuole devono effettuare la sanificazione straordinaria in caso di alunno positivo.

Chiusura per un solo caso positivo?

Non è detto. Nel documento si specifica, inoltre, che “un singolo caso confermato non dovrebbe determinarne la chiusura, soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata”. In caso di sospetto ma di successivo tampone negativo, invece, il paziente deve ripetere il test a distanza di 2-3 giorni, restando a casa fino all’esito negativo del secondo test e comunque fino al passare dei sintomi.

I rischi di contagio con la riapertura delle scuole

Le scuole avranno anche il compito di monitorare le assenze degli alunni. Nel caso in cui in alcune classi ci siano molti alunni mancanti si potrebbe pensare che la causa sia legata alla diffusione del virus. In tal caso va valutato se far partire un’indagine epidemiologica da parte del dipartimento di prevenzione. Secondo quanto emerge dal documento, invece, è difficile stimare quanto possa incidere la riapertura della scuola sulla ripresa della circolazione del virus in Italia.  

Il parere degli esperti

Gli esperti scrivono: “In primo luogo non è nota la trasmissibilità nelle scuole. Più in generale, non è noto quanto i bambini, prevalentemente asintomatici, trasmettano il virus rispetto agli adulti, anche se la carica virale di sintomatici e asintomatici, e quindi il potenziale di trasmissione, non è statisticamente differente. Non è inoltre predicibile il livello di trasmissione (Rt) al momento della riapertura delle scuole a settembre”. (Fanpage)

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