In arrivo la prima scadenza per il Reddito di cittadinanza. Mercoledì 30 settembre "decade" il diritto al beneficio, fissato in una iniziale tornata di 18 mesi, per chi ha iniziato a percepirlo sin dall’inizio, ovvero da aprile 2019. Si tratta, secondo stime dell’Inps, di circa 450 mila nuclei familiari. Per loro sarà necessario presentare una nuova domanda e, nell’attesa della riconferma, la "carta" sarà interrotta per un mese. La sospensione non riguarda la Pensione di cittadinanza, riconosciuta agli over 67. Oggi in totale sono 1,3 milioni le famiglie beneficiarie. La legge che ha istituito il Reddito di cittadinanza, per il quale si può presentare domanda da marzo dell’anno scorso con il pagamento dal mese successivo, prevede infatti che esso venga riconosciuto per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e che possa essere rinnovato, ma previa la sospensione di un mese, per rivedere la domanda e i requisiti del percettore. Se il nucleo li possiede ancora, il beneficio può essere rinnovato, presentando una nuova domanda, per altri 18 mesi.  Per i primi a scadere, dunque, la seconda richiesta di Rdc potrà essere presentata ad ottobre, per beneficiarne di nuovo da novembre, e così via.

Reddito di cittadinanza, nei prossimi mesi cambia tutto: ecco la decisione del Governo

«Voglio che una soluzione sia operativa entro sei mesi, il reddito di cittadinanza in questo modo rischia di essere una misura assistenziale senza progettualità».

L’accelerazione sul reddito

La disposizione, perentoria, di Giuseppe Conte è avvenuta al termine di tre riunioni riservate avute negli ultimi giorni con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. E con il ministro dell’Innovazione digitale Paola Pisano insieme al presidente dell’Anpal (l’Agenzia nazionale delle politiche attive sul lavoro), Domenico Parisi, l’esperto di big data che ha lavorato con successo negli Stati Uniti e che ormai da mesi lamenta ostacoli nel suo lavoro e di avere le mani bloccate. Insomma è con taglio molto decisionista che il presidente del Consiglio ha preso in mano il dossier sul reddito di cittadinanza e le politiche attive sul lavoro (incontro fra domanda e offerta di impiego, fra aziende e disoccupati), ha chiesto alla Catalfo e a Parisi di collaborare invece di litigare e ha stigmatizzato che a distanza di un anno e mezzo dall’introduzione del reddito non esista traccia di un sistema unico e nazionale informatico che dovrebbe aiutare i disoccupati a trovare un lavoro e le aziende a trovare le persone che lo cercano.

Lo stanziamento

Pur le decine di milioni di euro stanziati questi non sono finora spesi e il reddito di cittadinanza rischia di restare una misura non a termine o prologo di un inserimento nel mondo professionale, ma puramente assistenziale.

Le misure sul reddito

Insomma Conte ha negli ultimi giorni prima messo nel mirino Quota 100. Confermando che non verrà confermata, ventilando anche un nuovo sistema pensionistico che distingua per la prima volta fra lavori usuranti e non. In queste ore sta finendo di apportare delle modifiche che ritiene necessarie al nuovo sistema di gestione degli sbarchi dei migranti, che abolirà in uno dei prossimi Cdm i decreti sicurezza voluti da Salvini. Ora punta a cambiare anche il sistema complessivo del reddito di cittadinanza, che «in questo modo non può continuare a funzionare».

Il deterrente

Così come ha documentato l’inchiesta, pubblicata sul Corriere, di Goffredo Buccini e Federico Fubini, l’intervento di Conte ha più di una ragion d’essere, essendo la misura del reddito diventata in molti casi un deterrente alla creazione di occupazione. onte ha chiesto alla ministra Pisano di istituire immediatamente una task force che si occupi di progettare e rendere operativa una struttura informatica che metta insieme, in modo che comunichino fra loro, 20 sistemi regionali diversi, con regole diverse che oggi i navigator sono chiamati e rispettare, e che sfoci in un secondo tempo in app nazionale, in un sistema operativo in grado di funzionare con efficacia e di rendere più difficile, quasi impossibile, rifiutare il lavoro e mantenere il reddito.

La gara

Andrà sicuramente fatta una gara, cambiare alcune norme della legge che ha introdotto il reddito di cittadinanza. Forse anche alcune deleghe, ma su questo punto Conte è stato categorico, entro sei mesi non vuole una risposta. Ma un sistema che funzioni, anche introducendo incentivi per le imprese, che dovranno iscriversi al sistema stesso. Si è già perso un anno e mezzo, oggi un’azienda di Treviso che cerca un ingegnere biomedico non sa che lo troverebbe in Sicilia e viceversa e in questo modo tutto il sistema della legge non può andare avanti.

L’obiettivo politico

La mossa di Conte ha taglio tecnico ma anche molto politico. All’Anpal sembra sia in corso una guerra fra presidente, Parisi, di nomina governativa. E confermata dal presidente della Repubblica e il direttore generale, Paola Nicastro, di nomina ministeriale, sulle competenze. Fonte: Corriere della Sera Leggi anche Conte: “Escludo un nuovo lockdown, l'Italia meglio di altri Paesi” Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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