Conte divide in tre il Paese, credendo forse di poter sconfiggere il nemico comune. Dopo l'ok del Parlamento, si dovrebbe decidere definitivamente oggi, ma a quanto pare le Regioni non ci stanno a fare da "untori” di turno e soprattutto veder morire la propria economia.

Conte - De Luca: il braccio di ferro

Il governatore della Campania, ha infatti più volte ripetuto, nella giornata di ieri, la sua disapprovazione al nuovo Dpcm. Una situazione che agli occhi dei "più" appare strana, considerando che lo stesso sceriffo poco più di una settimana fa minacciava la sua popolazione con "io chiudo tutto”. Una frase che ha spaventato e paventato ancor di più gli animi dei campani, fino a giungere alle rivolte degli abitanti fomentate anche da quello che accadeva a livello nazionale. Lo sceriffo salernitano non ha cambiato idea, ritiene sempre che chiudere sia la scelta migliore e non solo per la Campania, ma per tutti. Ma soprattutto vuole delle garanzie e degli aiuti per la sua Campania, perchè sa che inevitabilmente una chiusura ora porterà allo sfascio totale di una regione che vive già di stenti. Continua quindi il braccio di ferro tra i due, vedremo nella giornata di oggi cosa il premier deciderà. A quanto apre c'è il "rischio” o forse il "vantaggio”, bisogna comprendere in che ottica lo si vuol leggere, che la Campania non sia tra le prime "fortunate” ad avere i sigilli. Il dpcm che il governo sta per varare prevede, al momento e salvo imprevisti, chiusure mirate a seconda dell’Rt delle regioni. La Campania quindi potrebbe restare aperta. Napoli in particolare, pur avendo un contagio molto elevato, resterà con ogni probabilità “aperta”, visto che si ragiona in termini di media regionale. Ovviamente, le attività vedranno comunque ridursi gli introiti, considerata la paura dilagante tra la gente. In queste ore, tanti di quelli che avevano attaccato De Luca, che venerdì scorso aveva detto (sbagliando i toni) di voler “chiudere tutto” stanno cambiando idea. Chiedono loro stessi, ora, di chiudere, ma il governatore non ne vuole sapere: aspetta che la decisione la prenda Roma.

Le parole di Conte

"La pandemia corre impetuosamente in tutto il continente, costringendo ogni Paese europeo a introdurre di settimana in settimana nuove misure restrittive. Siamo costretti a intervenire in un'ottica di prudenza e massima precauzione. La strategia va modulata in base alle differenti criticità sui territori", ha annunciato Conte in Aula. Illustrando alcune nuove restrizioni allo studio del governo che già nelle prossime ore potrebbe approvare un nuovo Dpcm.

Tra queste ci sarebbe

  • coprifuoco nazionale alle ore 21;
  • limitazione agli spostamenti da e verso le Regioni che presentano livelli di rischio più elevati;
  • chiusura di musei, musei e centri commerciali (per questi ultimi solo nei festivi e pre-festivi).
E ancora: capienza nei mezzi pubblici ridotta al 50% e didattica a distanza al 100% per le scuole superiori. Via libera quindi da parte del Parlamento a restrizioni più severe per contenere i contagi di coronavirus e frenare la curva epidemiologica.

Le polemiche

"Qui si parla di condivisione, ascolto e collaborazione ma siamo alle 21 di lunedì 2 novembre e nessuno sa niente su cosa succederà domani e di cosa accadrà mercoledì. Tra poco magari saranno chiuse intere città e regioni, ma nessuno sa niente perché lei non si è degnato di dire niente a nessuno, né ai governatori né in Parlamento. […] Io ora vi domando, voi cosa avete fatto in questi otto mesi per evitare questo scempio?", ha sbottato Matteo Salvini. Si attende ora la decisione finale e il nuovo dpcm che dovrebbe tra l'altro entrare in vigore già da domani. (di Nunzia D'Aniello) Leggi anche: De Luca ricarica il lanciafiamme e grida altolà: "O tutti o nessuno”. Lo sceriffo non ci sta Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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