Sono sei le regioni a rischio cambio colore in Italia. In queste ore anche il Ministro della salute, Roberto Speranza, firmerà i provvedimenti dopo che si sarà confrontato con il Comitato Tecnico scientifico.
Al momento le sei regioni a rischio sono: Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Marche, verso la zona arancione e l'Abruzzo addirittura in zona rossa.
I numeri sono in salita anche in altre regioni e provincie, quindi in attesa di decisioni ufficiali, il rischio di nuove restrizioni rimane comunque alto.
L'ultimo report dell'Istituto Superiore di Sanità indica questi come i territori più a rischio chiusure con il ministero della Salute che potrebbe varare l'ordinanza entro venerdì 19 febbraio.
Si al cambio colore. Intanto il governo studia l'ipotesi di un lockdown soft nel week-end in tutta Italia
Le Regioni al momento sono chiamate a dare i dati al fine di prendere nuovi provvedimenti.
La Lombardia rimane in bilico e potrebbe ancora rimanere in zona gialla.
Diametralmente opposta al momento appare invece la situazione in Abruzzo.
L'ordinanza per portare le sei regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Marche) in zona arancione e l'Abruzzo in zona rossa potrebbe
entrare in vigore da questa domenica o dal prossimo lunedì.
Lazio, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Piemonte sono a rischio abbastanza alto e potrebbero aggiungersi a Basilicata, Liguria, Molise, Umbria e Provincia di Trento.
La Liguria, però, è già in zona arancione, così come la provincia di Trento.
A queste va comunque aggiunto l'Abruzzo per un totale di
undici regioni a rischio cambio di colore.
Forse la prima zona bianca
Invece la
Valle d'Aosta è candidata alla
zona bianca, che prevede una
sospensione di divieti ma al momento si conferma l'
obbligo di mascherina.
Riaprirebbero comunque cinema e teatri, palestre e piscine e forse gli impianti di risalita.
Questi ultimi la regione aspetta a riattivare, perché l'ultima ordinanza del governo ne proroga lo stop fino al 5 marzo.
Si fa rifermento al divieto del Dpcm, che entrando in
zona bianca verrebbe a decadere.
Ieri il bollettino Nazionale della Protezione Civile registrava 12.074 nuovi contagiati e 369 vittime.
Mentre si rischiano molte chiusure selettive e locali nelle regioni.
Dalla scorsa settimana sono in zona arancione
Liguria, Toscana, Abruzzo e provincia di Trento mentre la provincia di
Bolzano e metà dell'
Umbria sono in zona rossa.
Se le cose non andassero bene, alla fine potrebbero essere
fuori dalla zona gialla 8 regioni e 2 province.
Il presidente di Regione Lombardia
Attilio Fontana, a Bergamo Tv, dice: "Spero che non si debba ritornare in zona arancione. I dati non sono ancora arrivati, con il Cts ci si confronta il venerdì. Per me, se fosse possibile, si dovrebbe anticipare questa data perché i dati al Cts arrivano al martedì e quindi si potrebbe anticipare la notizia".
L'assessore alla Sanità della Regione Lazio
Alessio D'Amato ha detto invece che i numeri non sembrano condannare il territorio: "I dati dell'incidenza e i dati dei tassi di ospedalizzazione sono al di sotto delle soglie di alert. Stimiamo un valore Rt lievemente in aumento". Ma, come sappiamo, basta una prospettiva di Rischio Alto per cambiare colore. In base all'ordinanza del ministro della salute Roberto Speranza che risale al 13 febbraio 2021, sono ricomprese:
Alla fine la situazione potrebbe essere questa
In
zona gialla: Calabria, Campania, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto.
In
zona arancione: Abruzzo, Liguria, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Umbria.
In
zona rossa: nessuna Regione.
Infine la
media nazionale potrebbe raggiungere 1, nonostante la stabilizzazione apparente dei contagi rilevati (incidenza di 138 nuovi casi negli ultimi 7 giorni, meno 1,3% rispetto ai 7 precedenti). I malati in terapia intensiva aumentano in sette Regioni.
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