L'assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Eleonora de Majo, e il compagno Egidio Giordano, assessore ai Beni Comuni e Alle Politiche Sociali della Terza Municipalità, sono stati denunciati. Entrambi sono espressione del laboratorio Insurgencia.

I motivi della condanna

Gli agenti hanno trovato in casa della coppia sette fumogeni. Il controllo è scattato nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Napoli sulla manifestazione di interesse per la realizzazione della statua di Diego Armando Maradona. La statua è da collocare nel piazzale dello stadio San Paolo, oggi intitolato al calciatore argentino morto il 25 novembre scorso. L'inchiesta, condotta dai PM Antonella Ardituro, Celeste Carrano, Luciano D'Angelo e Danilo De Simone, aveva già portato ad una acquisizione degli atti in Comune. L'inchiesta è collegata a quella nata dopo gli scontri del 23 ottobre 2020. A quella data si riconduce la protesta pacifica dei ristoratori contro l'applicazione delle misure anti Covid, e in particolare del coprifuoco. La manifestazione si trasformò in una guerriglia urbana davanti a palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania. Tra gli indagati c'è Gennaro Grosso, esponente del gruppo ultras "Masseria". L'uomo, dopo aver saputo di essere finito nel registro degli indagati per violenza privata, si è dimesso dalla Commissione insediata dal Comune di Napoli per la scelta del miglior progetto per la realizzazione della statua. Secondo quanto ricostruito, Grosso avrebbe esercitato pressioni per essere inserito in quella commissione. Questa circostanza però è stata smentita dall'assessore de Majo, secondo cui era stata la stessa amministrazione a volere coinvolgere nelle commemorazioni per Maradona anche membri del tifo organizzato.

Intanto in Campania

De Luca: "La scelta fatta dal Governo di aprire e chiudere sta stressando l'Italia, sta nevrotizzando i cittadini italiani e rischia di prolungare l'epidemia, anziché accorciarla". Lo ha detto il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a margine di un appuntamento a Salerno. "La scelta delle zone gialle - ha aggiunto De Luca - significa semplicemente questo: che per un mese ci si rilassa, tutti immaginano che l'epidemia sia alle nostre spalle, dopodiché, come ampiamente prevedibile, si ritorna in zona arancione o rossa". Interrogato dai cronisti in merito all'ipotesi che la Campania possa ritornare arancione, il "governatore" risponde "assolutamente sì'.

De Luca: "Tutta colpa delle festività"

E spiega: "Avete visto anche voi le immagini di questi fine settimana con migliaia e migliaia di persone in mezzo alle strade, nessun rispetto delle regole". "Avete visto la chiusura di bar e ristoranti dopo le 18? Chi controllava? Ormai il controllo in Italia non esiste più. Nessuno controlla più niente". "Dovremo contare solo sul senso di responsabilità dei cittadini, ma, in questi fine settimana che abbiamo alle spalle, di senso di responsabilità ne abbiamo visto molto poco. Quindi, era inevitabile ritornare in zona arancione e poi in zona rossa", conclude De Luca. "Dobbiamo fare attenzione all'epidemia Covid che galoppa perché la scelta fatta dal Governo di aprire e di chiudere, di aprire e di chiudere, è una scelta che sta stressando l'Italia, sta nevrotizzando i cittadini italiani e rischia di prolungare l'epidemia anziché accorciarla". Così Vincenzo De Luca stigmatizza le colorazioni delle regioni come misure utili a prevenire il contagio. Leggi anche: De Luca: “Ci state stressando, in Italia si gioca a color color” Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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