C'è aria tesa in Campania, dopo l'entrata in vigore della zona arancione. A farne le spese maggiormente sono stati i ristoratori, costretti alla chiusura forzata.

Campania, ristoratori in rivolta

"Questa volta non ce lo aspettavamo - ha detto a Casertanews Rosario Rondinone, titolare del ristorante 'L'Amo' di via Mascagni - Non è modo di agire. Ora un ristorante come il nostro, che cucina principalmente piatti di pesce, deve buttare tutto il pesce che ha preparato venerdì mattina. Quella del ministro Speranza è una decisione che non ha senso, presa da un incompetente. Oggi (sabato 20 febbraio, ndr) i ristoranti resteranno aperti e, con il dovuto rispetto delle norme anti contagio, lavoreranno molto viste anche le favorevoli condizioni climatiche. Mi chiedo che senso ha restare aperti oggi e chiudere domani. Fateci lavorare".  "Ci sentiamo impotenti in questo momento, non si vede via d'uscita da questa deprimente situazione. Intanto il Decreto Ristori di gennaio è ancora bloccato e i debiti si accumulano". L'impressione è che ci sia un'accanimento contro le attività di ristorazione. "Il problema è all'esterno dei ristoranti, dove non sempre vengono rispettate le regole anti Covid e dove andrebbero intensificati i controlli - ha sottolineato Miccolo - Il contagio certamente non circola dentro i ristoranti!". Gli fa eco Loreto Scala, titolare del Ristorante San Carlo sito nel centro storico del Capoluogo: "Non siamo noi gli untori! Non capisco perchè continuano a chiuderci. E' davvero assurdo". "Dopo un anno di pandemia avere ancora queste fasce colorate è obbrobrioso - ha detto Russo a Casertanews - Gli unici ad essere penalizzati siamo noi. E' un vero e proprio accanimento, questo del Governo, appoggiato dal nostro governatore Vincenzo De Luca". La posizione di Russo è chiara: "La provincia di Caserta paga le colpe di Napoli. Dei circa 250mila contagiati totali in Campania, oltre 160mila sono di Napoli e della zona metropolitana. E questo perchè ci sono delle 'zone calde' dove andavano intensificati i controlli con presidi fissi, come il lungomare di Napoli. Non possiamo pagare lo scotto per colpe che non sono certamente nostre". Leggi anche: Chiama il 118 ma non vanno a prenderlo: “Qui c’è il covid”. Muore poco dopo Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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