Arriva una denuncia contro l'equipaggio del 118 di Caserta che era intervenuto, e non aveva trasportato un uomo in ospedale, giustificandosi - secondo i denuncianti - che il ricovero in ospedale avrebbe potuto provocargli il contagio da Covid. Ha dell'incredibile la storia che viene da Bellona, in provincia di Caserta. Un 46enne con diverse patologie ha accusato alcuni dolori al petto e ha deciso di telefonare al 118. Al centralino, dopo un po' di attesa, ecco che si sente la voce che parla. "No signore, sarebbe meglio che rimanesse a casa". Con queste parole l'uomo non ci credeva e così ha accusato dopo poco tempo dolori ancora più forte, aggiungendo anche crisi respiratorie. Soffriva di epilessia, ma assumeva regolarmente i farmaci prescritti. Ai problemi respiratori dell'uomo si aggiunge anche un reflusso di sangue sempre più copioso, dal naso e dalla bocca». Accorrono altri parenti, e poco prima delle otto arriva il 118 da Caserta, chiamato nuovamente. Dopo la visita, decidono di andar via, prima di essere fermati dalla moglie della vittima. Alla richiesta di portarlo in ospedale, i sanitari del 118 avrebbero risposto che avrebbe rischiato di contrarre il Coronavirus. Il 46enne è morto dopo poco, a causa di un'ennesima crisi respiratoria e della febbre alta.

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Le forze dell’ordine hanno provato a blindare Napoli e i luoghi della movida per evitare gli assembramenti. Transenne, posti di blocco, pattugliamenti strada per strada. Oggi pomeriggio gli agenti del commissariato San Ferdinando e i carabinieri e militari della Guardia di Finanza hanno effettuato controlli in zona ‘baretti’ a Chiaia, via Partenope e piazza Plebiscito.
Hanno controllato oltre 100 persone sanzionandone 8 per violazione della normativa anti Covid perché non indossavano la mascherina.
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