"Rischio alto, è il tutto chiuso". Qualche speranza solo per cinema e teatri. I dati, poco rassicuranti, sull’andamento della curva epidemiologica non consento allentamenti. Non possiamo abbassare la guardia e il governo, dunque, va avanti per la sua linea di fermezza sulle misure anti Covid. Rischio troppo alto, niente cedimenti da parte del Governo. Restano le fasce, restano le chiusure, e anche il prossimo provvedimento sarà piuttosto restrittivo. Si intravedono, però, dei piccoli spiragli per quanto riguarda le riapertura di cinema, palestre e ristoranti, ovviamente legate a un calo dei contagi e a protocolli che comunque dovranno garantire la sicurezza primaria della salute. (Salernonotizie) Il comparto dello spettacolo è tra i più colpiti dalla pandemia. Sono tanti i lavoratori rimasti a casa ma in questo caso su di loro i riflettori sono stati a lungo spenti. Ad accendere di nuovo la luce è il sindaco di Napoli. "Esprimo piena solidarietà e tutto il sostengo alle lavoratrici e ai lavorati del mondo dello spettacolo". Lo dice il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, intervenuto a Tagadà su La7, commentando le immagini della manifestazione del comparto spettacolo a Roma.

Rischio contagi. Le dichiarazioni del sindaco

"Trovo assurdo - aggiunge il sindaco -, che in questi mesi, tra mille difficoltà, siamo potuti andare al bar, al ristorante, nei centri commerciali e non si possa andare in un teatro in sicurezza, dove tra l'altro la mascherina non te la levi mai e puoi ridurre anche i posti". "Sinceramente - conclude l'ex PM - credo che la cultura sia stata trattata male fin ora".

Intanto in Campania

Nuove restrizioni in arrivo anche per la Campania. Si va verso la zona rossa, come già minacciato ieri che dal Presidente della Regione Vincenzo De Luca, dopo i maxi assembramenti del weekend.

Rischio contagi, nuove restrizioni - Le Zone rosse

Alcune Regioni rischiano la zona rossa, tra queste sicuramente la Campania. Ma andiamo per gradi. Stop spostamenti e visite in zone rosse fino al 27 marzo. Il Consiglio dei ministri conferma la linea di rigore. Pressing delle Regioni su ristori e aperture.

Il primo decreto sull’emergenza Covid del governo di Mario Draghi

Conferma la linea del rigore e introduce, anzi, un ulteriore inasprimento rispetto al provvedimento che scadrà il 25 febbraio, frenando, per ora, il pressing delle Regioni ma anche di parte della nuova maggioranza, a partire dalla Lega. Per altri 30 giorni, dunque, la mobilità sarà interdetta in tutta Italia, ad eccezione degli “spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute” e per far rientro “alla propria residenza, domicilio o abitazione”.

Si continuerà a procederà con zone rosse e restrizioni a livello locale

Che devono scattare appena vengono individuati i primi segnali di un innalzamento dei contagi e possono essere decise direttamente dai presidenti di regione. Come sta già avvenendo in queste ore: da mercoledì e fino al 5 marzo a Ventimiglia e Sanremo, come si legge anche su CronachedellaCampania, i centri più vicini a Nizza dove si è registrato un imponente aumento dei contagi, saranno chiuse tutte le scuole. Mentre solo per Ventimiglia e i comuni limitrofi scatterà anche il divieto di asporto e quello di vendita di alcolici dalle 18. In zona arancione sono invece passati 20 comuni della provincia di Ancona, capoluogo compreso. E Brescia e Napoli potrebbero andare in lockdown nelle prossime ore. Una scelta in linea con quanto sollecitato dagli scienziati che da tempo ripetono come il blocco degli spostamenti sia una delle chiavi per tentare di arginare il diffondersi delle varianti del virus. Ma il Consiglio dei ministri è andato oltre, ritenendo anche necessario modificare la norma che consentiva tra le 5 e le 22 la possibilità di andare a trovare amici o parenti in un’abitazione diversa dalla propria, una sola volta al giorno e in massimo due persone oltre ai figli minori di 14 anni.

Il vecchio decreto

Consentiva questo tipo di spostamenti all’interno della regione in zona gialla e nell’ambito comunale in quella arancione e rossa. Il testo approvato oggi, invece, li vieta nelle zone rosse dove, di fatto, si tornerà ad un lockdown come a marzo: da casa si potrà infatti uscire, a parte i motivi di lavoro, salute e necessità, solo per fare attività motoria o sportiva nei pressi della propria abitazione. Resta infine confermata la misura che consente a chi abita nei Comuni con meno di 5 mila abitanti di poter muoversi anche verso comuni diversi, ma in un raggio di 30 chilometri e non nei capoluoghi di provincia Una stretta ulteriore che conferma i timori del governo e che è passata nonostante all’interno della maggioranza le posizioni siano tutt’altro che unitarie, con la linea rigorista del ministro della Salute Roberto Speranza contrastata apertamente da Matteo Salvini. (CronachedellaCampania) Leggi anche: Reddito di Cittadinanza al tempo di Draghi: cosa cambia e per chi Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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