Migliaia di imprenditori vivono in questo momento storico una situazione complessa. In particolare, gli imprenditori delle ludoteche in Campania sono vittime di una gestione che è detta "schizofrenica" che durante l'emergenza Covid è esplosa. Le ludoteche infatti sono state prima lasciate aperte in zona rossa, poi chiuse per ordinanza.
Tra Dpcm e Ordinanze, la crisi delle ludoteche
Stabilito dal Dpcm, emanato dal Consiglio dei ministri, le ludoteche possono rimanere aperte nelle zone rosse. Perchè? non sono richiamate nella specifica del decreto.
Inoltre, l'apertura richiamata anche tramite alcune note regionali e comunali. Tuttavia, la situazione è completamente ribaltata dall'ordinanza del 10 marzo 2021 della Regione Campania. Ordinanza firmata dal Presidente De Luca. In quell'ordinanza De Luca ricorda che sono state sospese le attività delle ludoteche.
Nell'ordinanza successiva, dell'11 marzo 2021, si legge che sono sospese le attività in presenza delle ludoteche nell'intero territorio.
La confusione della legge
Alessandro Reggia dichiara: "Tali indicazioni sembrano essere sempre molto confusionarie e soprattutto non precise". Il nocciolo della questione, sottolinea Reggia, è: "dapprima, si usa il termine “rammenta” e non ordina o sospende e dopo si richiama l’art. 43 del Dpcm, che equipara le ludoteche al servizio scolastico".
Queste frasi sono poi state smentite dalla nota emessa dall'Anci Campania l'11 Marzo da Carlo Marino e dal segretario generale. I due confermano che le ludoteche e i baby parking, non rientrano nei servizi educativi per l'infanzia, previste dall'articolo 2 del decreto legislativo 65/17.
"Ad ogni modo, anche a seguito di verifica con il dipartimento della famigli, si ritiene che nelle zone rosse queste attività debbano restare chiuse al pari dei servizi educativi dell'infanzia"
Le conclusioni di Alessandro Reggia
In conclusione, Reggia dice: "Per alcuni enti istituzionali tale categoria deve restare chiusa, senza però spiegare poi un motivo valido che giustifichi la differenza con il Dpcm"
Tutto questo oltre che a creare confusione tra i gestori, genera anche un disservizio alle famiglie, che in questo periodo così difficile chiedono supporto per la gestione dei bambini. (Fonte
CasertaNews)
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