Dal covid tornando indietro, la storia, la letteratura e la filosofia, ci insegnano quanto i polmoni siano sempre stati nel mirino di virus più terribili della storia. I polmoni sono da sempre i motori della vita e il loro ruolo simbolico è fisiologico nel corpo umano è sempre stato presente nella filosofia antica più letteraria delle malattie.

Dalla storia al presente, il covid non è il primo

Dalla Tubercolosi , fino al Covid-19 che oggi minaccia tutti noi e ci rende vulnerabili. Come afferma Francesco Iodice, direttore dell’unità operativa di struttura complessa di Pneumologia dell’ospedale A. Cardarelli di Napoli,la vita è respiro. La vita e la morte però sono sorelle, con le particelle vitali entrano nei nostri polmoni anche quelle virali. Entrano ed escono con tosse e starnuti diffondendo virus. Di questi tempi pandemici come ben sappiamo impongono la debita distanza e la così odiata ma tanto amata mascherina.

Il respiro e la letteratura: dal covid alla tubercolosi

Il respiro e la sua malattia hanno prodotto grande letteratura, complice il bacillo della tubercolosi che porta con sé un alone di paura e fascino, dissoluzione e pallore.

Un esempio in letteratura

Lo troviamo nel “Mal sottile di Violetta e Mimì” il dramma intimo di Verga così come La cugina di Bette di Balzac, il “chiuso morbo” di Silvia Leopardiana e via così. Tante le persone geniali che portò con sé il bacillo di Koch, da Chopin a Kafka, da Orwell a Bronte. Per non scordarsi della Mansfield che cercò di curarsi all’istituto per lo sviluppo armonioso dell’uomo, sottoponendosi a prove estreme. Insomma le malattie dei polmoni hanno fatto la storia e le continuiamo a trovare nella storia dell’uomo come grandi cambiamenti storici. La letteratura, amica di filosofia e storia, continua a raccontarci e a mettere uno degli organi principali al centro dell’attenzione della crescita della medicina dai tempi antichi fino ad oggi.

Il polmone e l’arte dell’ascolto

René Laennec un medico Francese di fine settecento, inventore dello stetoscopio, ci ha lasciato un volume straordinario all'auscultazione, che la medicina moderna, con le sue nuove tecnologie sta ingiustamente dimenticando. Un vero e proprio processo broncopolmonite acuto questo continua ad insegnarci come la storia esista e debba esistere per non scordarci mai eventi e studi del passato i quali sicuramente saranno utili anche nella lotta dell’attuale covid-19.

Il polmone d’acciaio

Come ben sappiamo le tecnologie si evolvono e sono in continua evoluzione così come quelle utilizzate adesso, i caschi di ventilazione per i pazienti covid. Si pensi alle tecnologie di un tempo, dove a parigi nel 1967 fu costruito il primo polmone d’acciaio il cui nome era Spirophore. Usato da una ragazza di 14 anni con una grave polmonite con insufficienza respiratoria. Da questo polmone venne fondata una rivista dal nome , “ Gli Altri” la quale lanciò campagne di sensibilizzazione sociale.

I polmoni spugne che si ammalano di tanti mali

Purtroppo i polmoni sono spugne, e si ammalano di tanti mali, tanti dei quali indotti proprio da noi, insufflati e avvelenati dalle sigarette e dall’inquinamento globale Oggi l’anima della lotta di medici ed infermieri è la polmonite, infatti ricordiamo quanto in questo momento storico soprattutto gli operatori sanitari di ogni ordine e grado sono stati l’ossigeno delle giornate virali senza fiato. (ordinedeimedici) Leggi anche: Centauro cade dalla moto: è in rianimazione al Ruggi Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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