E' successo, purtroppo, ancora una volta. Un’altra chiesa presa d'assalto dalle violenze in Birmania, con conseguenze disastrose per i fedeli.
E' stata bombardata e distrutta proprio in Myanmar, e almeno due donne, che vi si erano rifugiate per sfuggire all’attacco dei militari dell’esercito governativo birmano, sono state uccise.
Chiesa bombardata Myanmar
Durante gli attacchi armati, le esplosioni e le incursioni dei militari governativi birmani, diversi altri civili sono rimasti feriti.
L'incubo si è consumato accaduto la notte del 23 maggio. La zona, un villaggio a 7 km da Loikaw, capitale dello Stato di Kayah.
L'evento ha fatto innalzare le tensioni e salire il livello di uno scontro che, ad oggi, conta almeno 818 vittime dal giorno del golpe militare: il 1 febbraio scorso (Corriere della Sera).
Così, cona la stessa raffica di violenza e disincanto, anche la cattedrale del Sacro Cuore di Pekhon, a 15 chilometri, è stata colpita dall’artiglieria pesante.
Come conseguenza, i Gesuiti in Myanmar hanno fomentato una forte protesta per questo ulteriore attacco alle parrocchie.
I Gesuiti hanno espresso il loro abbattimento e la loro rabbia attraverso l’agenzia Fides, dichiarando: ''Condanniamo questi odiosi crimini nel modo più forte possibile''
E hanno, infine, lanciato un appello affinché ''I militari cessino gli attacchi a chiese e civili''. E' seguita poi la richiesta che i responsabili del governo siano chiamati a rispondere di ciò che sta accadendo.
Nel frattempo, a Rangoon, un giornalista statunitense, è stato arrestato in aeroporto. Il suo nome è Danny Fenster e lavora per un sito locale birmano.
Il reporter era lì e si stava imbarcando su un volo diretto proprio in Malaysia. Non sono al momento molto chiari i motivi del suo fermo.
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