Siamo a giugno, il mese che rappresenterà la quarta rata dell’Assegno Unico e universale. Dal 1° marzo, data della sua ufficiale entrata in vigore, l’INPS ha erogato circa 7 milioni di assegni per i due milioni e mezzo di nuclei familiari con figli a carico fino al compimento del 21° anno di età e con figli disabili senza limiti di età. Grazie a questa misura la platea non comprende soltanto famiglie di lavoratori dipendenti ma anche pensionati e percettori del Reddito di Cittadinanza.
L’Assegno Unico accorpa così, da quest’anno, gli assegni familiari, le detrazioni Irpef e vecchi bonus vari, secondo nuove regole di selezione degli aventi diritto. Esso può essere richiesto anche dalla donna sin dal settimo mese di gravidanza, dopodiché il conteggio delle mensilità di fruizione inizierà il nono mese. In linea generale, il nuovo Assegno prende come riferimento la base reddituale della famiglia, mentre le precedenti misure prevedevano la sola composizione della famiglia.
Assegno unico INPS, dal 1° luglio i nuovi richiedenti riceveranno solo quanto loro spetta
Grazie alla comunicazione ISEE del proprio reddito, le famiglie che presentano la domanda possono beneficiare di un importo congruo destinato per le necessità di ciascun figlio. L’importo mensile può raggiungere un massimo di 175 euro per i nuclei appartenenti agli scaglioni al di sotto di un ISEE inferiore a 40.000 euro lordi annui, altrimenti sarà un assegno uguale per tutti, se il reddito è pari o superiore a 40.000 euro: 50 euro.
La variabilità degli importi ha indotto l’INPS ad approfondire le singole situazione reddituali, attivando dei controlli a campione. Alle famiglie è richiesto di produrre una documentazione aggiuntiva, ossia ulteriori dati che l’Ente previdenziale non è in grado di raccogliere autonomamente estrapolandoli dalle proprie banche date o da quelle delle altre pubbliche amministrazioni. Compilando il modello RdC-Com AU, l’INPS acquisirà informazioni dettagliate che concorreranno ad integrare gli importi delle eventuali maggiorazioni.
Ma fare richiesta entro questo mese, ha un’utilità ben precisa. Coloro, infatti, che inoltreranno la domanda entro il 30 giugno, potranno ricevere gli arretrati accumulati a decorrere dal mese di marzo. L’INPS ne riconoscerà il diritto entro 60 giorni dall’acquisizione della domanda. Per chi, invece, si iscriverà al contributo dal 1° luglio, deve attendere il solo rateo spettante nel mese; l’appuntamento con eventuali conguagli è previsto per la fine dell’anno. Fonte: Consumatore.com
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