📍 Luogo: Usa
Dal 1° giugno 2025 gli Stati Uniti potrebbero applicare dazi fino al 50% su tutti i prodotti europei in ingresso. A minacciarlo è l’ex presidente Donald Trump, nuovamente in corsa per la Casa Bianca, che ha definito “inaccettabile” il deficit commerciale di 250 miliardi di dollari tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Ma qual è la reale entità dello squilibrio? E quali sarebbero le conseguenze per cittadini e aziende, su entrambe le sponde dell’Atlantico?
Dazi, la minaccia di Trump e l’accusa all’Ue: “Un sistema pensato per sfruttare gli Usa”
Donald Trump ha rilanciato il suo attacco contro l’Unione Europea, accusandola di approfittare degli Stati Uniti. Secondo l’ex presidente, Bruxelles avrebbe eretto barriere commerciali “non monetarie”, imposto sanzioni “ingiuste” contro le aziende statunitensi e adottato una politica economica fortemente penalizzante per l’export americano. La sua dichiarazione su Truth Social non lascia spazio a dubbi: “L’Ue è stata progettata per sfruttare gli Stati Uniti e io non cercherò alcun accordo con Bruxelles”. La conseguenza più immediata? L’introduzione di dazi doganali al 50% su tutte le merci europee.
Quali conseguenze per i prezzi? L’effetto diretto sui consumatori americani
Ma cosa comporterebbe concretamente l’introduzione di dazi del 50%? Facciamo un esempio pratico: una bottiglia di champagne francese venduta negli Stati Uniti a 100 dollari, con l’aggiunta del dazio arriverebbe a costare 150 dollari. La differenza di prezzo verrebbe assorbita, per la maggior parte, dai consumatori statunitensi. È quanto già accaduto nel 2018 con i dazi imposti alla Cina: secondo le analisi, il 95% dei costi extra fu sostenuto dagli americani, con ricadute minime sulle aziende cinesi.
Dazi Trump, dati reali: il deficit tra Usa e Ue è davvero di 250 miliardi?
La cifra indicata da Trump – un disavanzo commerciale di 250 miliardi – non trova riscontro nei dati ufficiali. Nel 2023, le esportazioni europee verso gli Stati Uniti ammontavano a 502 miliardi di dollari, mentre quelle americane verso l’Europa si fermavano a 344 miliardi: il saldo reale, quindi, si aggira attorno ai 158 miliardi. Una differenza consistente, ma lontana dalle cifre denunciate dall’ex presidente.
Import-export: se si considerano anche i servizi, il divario si riduce
Se si analizzano anche i servizi e non solo lo scambio di merci, il quadro diventa ancora più sfumato. I servizi digitali, come gli abbonamenti a piattaforme e software, costituiscono una voce sempre più rilevante nel bilancio commerciale tra Usa e Ue. Nel 2023, il totale dello scambio merci e servizi tra i due blocchi si attestava a 795 miliardi per l’Europa e 743 miliardi per gli Stati Uniti: una distanza molto più contenuta, che suggerisce un rapporto commerciale più equilibrato di quanto Trump sostenga.
Conclusioni: dazi o dialogo?
Se Trump dovesse effettivamente applicare dazi del 50%, le ripercussioni sarebbero significative, soprattutto per i consumatori americani. Il rischio è l’escalation di una guerra commerciale che danneggerebbe entrambe le economie. Mentre le trattative tra Stati Uniti e Unione Europea sembrano ferme, resta da capire se prevarrà la logica dello scontro o quella del compromesso.