Giovanbattista Cutolo e Daniela Di Maggio

11 Maggio 2025

Irene Vitturri

Daniela Di Maggio: «Giogiò vive nei bambini della sua orchestra, dal mio dolore è nato qualcosa di bello»

📍 Luogo: Napoli

Nel giorno della Festa della mamma, Daniela Di Maggio si sveglia come ogni mattina da quasi due anni con un gesto che racchiude tutta la sua forza e la sua fede: accarezza l’urna con le ceneri del figlio Giovanbattista Cutolo, detto “Giogiò”, e accende una candela. A farle compagnia, la musica del corno, lo strumento che il suo ragazzo amava suonare, quasi fosse ancora lì, tra le mura di casa.

Giovanbattista è stato assassinato il 31 agosto 2023, a soli 24 anni, mentre tentava di difendere un amico da un’aggressione in piazza Municipio a Napoli. Fu ucciso con tre colpi di pistola sparati da un minorenne di 17 anni, ora in carcere. Quella mattina, Daniela dice di essere morta insieme a suo figlio. Ma da quel vuoto, ha fatto nascere una speranza concreta per tanti altri ragazzi.

L’orchestra dedicata a Giogiò: musica contro la violenza

In nome di Giovanbattista, insignito della medaglia d’oro al valore civile, Daniela ha fondato l’orchestra Giovanbattista Cutolo Pineta Mare a Castel Volturno, in uno dei territori più difficili della Campania. I suoi musicisti sono ragazzi di strada, spesso migranti o con fragilità familiari: come Kevin, che oggi studia il corno, o Gabriele, bimbo autistico che ha scelto la tromba. Alcuni non parlano ancora bene l’italiano, ma leggono la musica come una seconda lingua.

La signora Di Maggio li segue uno ad uno, li incoraggia, li accompagna. Ha bisogno di 8.000 euro per permettere all’orchestra un gemellaggio a Viareggio e chiede il supporto delle istituzioni, affinché il sogno musicale di suo figlio continui a vivere in questi bambini.

L’impegno per la legalità e la memoria

Oltre alla musica, Daniela Di Maggio è diventata presidente dell’associazione “Giogiò vive”. Incontra studenti, entra nei carceri, visita oratori e scuole, e racconta la sua storia per educare alla legalità. A Poggioreale, alcuni detenuti le hanno chiesto scusa, e lei, con le sue parole cariche di dignità, li ha guardati negli occhi.

Con l’aiuto dell’Unione industriali di Napoli, ha avviato un protocollo per portare cultura del lavoro nei quartieri abbandonati. «Bisogna spezzare l’idea che chi nasce in periferia sia destinato a perdere – dice –. Il mio Giogiò creava bellezza con la musica. Voglio continuare a farlo per lui».

Una battaglia che diventa legge

Il killer di Giogiò, minorenne, beneficiava della messa alla prova per precedenti reati. Dopo la morte di suo figlio, Daniela ha lottato perché questa misura venisse abolita nei casi gravi. La legge è passata, ma per lei non basta. Chiede l’abbassamento dell’età della responsabilità penale e un carcere che sia davvero rieducativo e non ricreativo.

«Non possiamo lasciare liberi ragazzi che sanno solo premere un grilletto. La giustizia deve proteggere i nostri figli», afferma. Le sue parole commuovono e scuotono, mentre indossa occhiali scuri per nascondere occhi gonfi di lacrime. «Parlare di lui mi emoziona troppo. Mai avrei pensato di dover usare la mia voce per raccontare la sua morte».

Daniela Di Maggio è una logopedista, counselor e terapista cognitivo-comportamentale. Ma oggi, soprattutto, è una madre coraggio d’Italia. E attraverso le note dell’orchestra Giogiò, continua a trasformare la violenza in musica e il dolore in speranza.

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