📍 Luogo: Napoli
Sono passati 42 anni da uno dei delitti più atroci e ancora oggi misteriosi della cronaca italiana. Era il 2 luglio 1983, quando due bambine, Barbara Sellini di 7 anni e Nunzia Munizzi di 10, scomparvero a Ponticelli, quartiere orientale di Napoli. Il giorno seguente, i loro corpi furono ritrovati semi-carbonizzati, seviziati e uccisi con brutale ferocia. Da allora, il quartiere e l’intero Paese non hanno mai smesso di chiedersi se giustizia sia stata davvero fatta.
Massacro di Ponticelli, l’ultima sera di Barbara e Nunzia: scomparsa nel nulla
Era una calda sera d’estate. Alle 19:30 del 2 luglio, Barbara e Nunzia uscirono di casa dicendo che sarebbero andate a fare un giro in auto con un uomo che conoscevano come “Gino”, soprannominato anche “Tarzan tutte lentiggini”. Doveva esserci anche una terza bambina, Silvana Sasso, ma la nonna, all’ultimo minuto, le impedì di uscire. Sarà proprio Silvana a raccontare agli inquirenti i piani delle amiche.
Poco dopo, un’altra coetanea, Antonella Mastrillo, riferì di averle viste salire a bordo di una Fiat 500, un dettaglio che diventerà cruciale nelle indagini.
Alle 20:30, le bambine non erano ancora tornate. Le famiglie, preoccupate, iniziarono a cercarle nel Rione Incis e in tutta Napoli Est. Nessuno, però, era pronto per quello che si sarebbe scoperto il giorno dopo.
Il ritrovamento dei corpi: l’orrore a Volla
Alle 12:00 del 3 luglio, una segnalazione anonima portò i carabinieri in un cantiere abbandonato a Volla, nei pressi dell’alveo del Pollena. Lì, tra detriti e sterpaglie, vennero trovati i corpi semi-carbonizzati delle due bambine. L’autopsia stabilì che erano state torturate con un’arma da taglio, uccise e poi bruciate. La ferocia dell’atto sconvolse l’intero Paese. Le indagini partirono subito, ma si sarebbero presto dirette verso una pista che oggi molti considerano sbagliata.
Massacro di Ponticelli, l’indagine e la svolta controversa
Inizialmente, le attenzioni si concentrarono su Corrado Enrico, detto “Maciste”, un venditore ambulante con precedenti per molestie. Anche lui possedeva una Fiat 500, con un fanale rotto, dettaglio compatibile con alcune testimonianze. Tuttavia, venne scartato come sospettato.
Al suo posto, finirono nel mirino tre giovani operai del quartiere: Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo, tutti appena diciottenni, incensurati. Nessuna prova materiale, nessuna traccia biologica, solo testimonianze raccolte sotto pressione e, secondo alcune denunce, violenze fisiche e psicologiche durante gli interrogatori.
Il processo fu rapido e privo di approfondimenti tecnici. I tre furono condannati all’ergastolo per il duplice omicidio.
Un errore giudiziario? I dubbi e la riapertura dell’indagine
Fin da subito, i tre condannati proclamarono la propria innocenza. Col passare degli anni, i dubbi si sono moltiplicati: nessun riscontro forense, nessuna prova oggettiva, solo testimonianze deboli. Nel 2010, dopo 27 anni di carcere, i tre furono rilasciati per buona condotta.
Numerosi intellettuali, giuristi e parlamentari hanno chiesto la riapertura del caso. Lo scrittore Roberto Saviano ha definito la vicenda «uno dei più gravi errori giudiziari italiani». Anche l’ex magistrato Ferdinando Imposimato ne ha parlato come di un’inchiesta viziata da pressioni e omissioni. La stessa Commissione Parlamentare Antimafia ha segnalato gravi anomalie nell’iter giudiziario.
Nel 2023, la Procura di Napoli ha deciso di riaprire le indagini, anche in seguito a nuove richieste di revisione e all’emergere di elementi rimasti inascoltati.
Il ricordo di Barbara e Nunzia: memoria e verità
Per non dimenticare, nel 2023, Napoli ha intitolato una piazza tra via Louis Armstrong e via Walt Disney a Barbara e Nunzia. Nel 2024, anche un’aula scolastica è stata dedicata alle due piccole vittime. Il quartiere continua a portare nel cuore una ferita mai rimarginata, e oggi più che mai, resta vivo il desiderio di verità e giustizia.
Il massacro di Ponticelli è un capitolo doloroso della storia italiana. E oggi, a 42 anni di distanza, la domanda resta sospesa nell’aria: il vero mostro è mai stato trovato?