Strage di Nuoro, iniziate le autopsie sui corpi delle vittime: "Ha mirato alla testa"
L’omicida ha sterminato la famiglia e si è tolto la vita, indagini in corso per chiarire il movente
Sono iniziate oggi, sabato 28 settembre 2024, presso l'ospedale Brotzu di Cagliari, le autopsie sui corpi di tre delle cinque vittime della strage familiare avvenuta a Nuoro lo scorso mercoledì. L'esame è stato affidato al medico legale Roberto Demontis, incaricato dalla Procura, che dovrebbe concludere entro la serata le autopsie sui corpi dell'omicida, Roberto G., 52 anni, della moglie Giusi M., 43 anni, e della figlia Martina, 26 anni.
La Strage
Roberto G., operaio forestale e sindacalista, mercoledì ha aperto il fuoco contro la sua famiglia, uccidendo la moglie e i due figli, oltre a un vicino di casa, prima di togliersi la vita. La follia omicida si è consumata all'interno della loro abitazione in via Ichnusa. L’uomo ha sparato con una pistola 7,65, regolarmente detenuta, colpendo le sue vittime alla testa. Nella giornata di domenica 29 settembre, verranno effettuate le autopsie sui corpi del figlio minore, di 10 anni, e del vicino, Paolo S., 69 anni.
Le Vittime
Dopo aver ucciso la moglie e i figli, l’uomo ha proseguito la sua follia omicida percorrendo circa quattro chilometri per raggiungere l'abitazione della madre Maria Esterina R., 83 anni, alla quale ha sparato, lasciandola gravemente ferita. La donna, ora fuori pericolo, è ricoverata presso l’ospedale San Francesco di Nuoro.
Tra i sopravvissuti vi è anche il figlio 14enne dell’omicida, che, nonostante sia stato colpito al volto, è riuscito a salvarsi fingendosi morto. Il giovane ha raccontato agli inquirenti di aver sentito le urla della sua famiglia durante l'attacco. Questo tragico racconto ha permesso agli investigatori di iniziare a ricostruire la dinamica della strage.
Carabinieri e Polizia stanno indagando sulle possibili cause che avrebbero spinto Roberto G. a compiere un gesto così estremo. Gli inquirenti stanno esaminando telefonini e computer, e analizzando le cartelle sanitarie dei componenti della famiglia, così come eventuali problemi economici o conflitti familiari. Finora, però, dalle testimonianze raccolte non sono emerse situazioni di crisi significative, né vi sono state denunce di violenze domestiche.
Il 14enne sopravvissuto ha fornito un primo racconto utile agli investigatori, ma restano ancora molte domande senza risposta, in attesa anche dei risultati degli esami tossicologici sull'omicida, che potrebbero chiarire il suo stato al momento della strage.