Cop28 a Dubai: Delusione per l'accordo sui cambiamenti climatici. L'intesa manca sull'uscita dai combustibili fossili, sollevando polemiche e tensioni tra i partecipanti alla conferenza internazionale.

Nel cuore della Cop28, la conferenza sui cambiamenti climatici in corso a Dubai, la bozza d'accordo diffusa dalla presidenza ha deluso molte aspettative dei rappresentanti dei 197 Paesi partecipanti. La mancanza di un chiaro impegno sull'uscita dai combustibili fossili ha suscitato malcontento, con numerose nazioni, compresi Stati Uniti e Unione Europea, che sollecitano azioni più incisive.

Il presidente della conferenza, Sultan Al Jaber, ha presentato il testo finale ai delegati, invitandoli a votarlo all'unanimità, ma molte critiche sono piovute a causa dell'assenza di una netta direttiva riguardo ai combustibili fossili.

Cop28, si attende il voto decisivo

Martedì è atteso il voto decisivo, tuttavia, l'ottenimento di un accordo definitivo sembra impervio. Nonostante l'auspicio del presidente di concludere con una svolta, il proseguimento dei negoziati appare probabile. Questo specialmente dopo le dichiarazioni di Al Jaber affermando che il fallimento non è un'opzione.

Il nodo cruciale del documento "Global Stocktake" riguarda la mancanza di riferimenti chiari all'uscita dai combustibili fossili. Sebbene il testo inviti a una drastica riduzione nella produzione e consumo di petrolio, carbone e gas, non vi è menzione esplicita dell'uscita da queste fonti. Tale omissione ha scatenato un acceso dibattito, con sostenitori di una transizione verso energie rinnovabili e l'esigenza di azioni più radicali per contrastare i cambiamenti climatici.

Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha sottolineato l'importanza di fare di più, collaborando con i partner europei per rivedere e migliorare la proposta presentata dalla presidenza emiratina.

In risposta alle mancanze del testo, l'Unione Europea sta preparando una nuova bozza corretta insieme a rappresentanti delle piccole isole-Stato e degli USA. Questi a loro volta chiedono un rafforzamento delle disposizioni sulle fonti fossili.

Tuttavia, i Paesi membri o affiliati all'OPEC come l'Arabia Saudita, l'Iran e la Russia si oppongono all'eliminazione delle fonti fossili, evidenziando le divisioni sul tema all'interno della conferenza.

La Repubblica delle Isole Marshall, parte dell'Alleanza dei piccoli Stati insulari, ha espresso il proprio scontento. Ha affermato di non essere lì per accettare una condanna a morte, bensì per lottare per limitare il riscaldamento globale e per la necessaria uscita dai combustibili fossili.

Nonostante gli appelli al compromesso da parte del segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, le divergenze rimangono notevoli. La strada verso un accordo accettabile è ancora lunga e impegnativa.

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