Il Consiglio d’Europa ha pubblicato un rapporto che getta ombre pesanti sul comportamento delle forze dell’ordine italiane. Il documento, redatto dalla Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) e aggiornato ad aprile 2024, è stato reso pubblico il 22 ottobre. Al centro delle critiche, la presunta profilazione razziale da parte di alcuni settori della polizia italiana, in particolare nei confronti di persone di origine africana e appartenenti alla comunità rom.
Consiglio d’Europa – Le accuse dell’ECRI: “Profilazione razziale diffusa e sottovalutata”
Secondo il rapporto, in Italia si riscontrano «pratiche discriminatorie» durante i controlli e le operazioni di sorveglianza, che colpirebbero in modo sproporzionato specifici gruppi etnici. L’ECRI lamenta una mancanza di consapevolezza istituzionale: le autorità italiane, si legge, «non riconoscono la profilazione razziale come una forma di razzismo istituzionale».
L’organismo europeo chiede a Roma di promuovere uno studio indipendente e completo per indagare su eventuali abusi a sfondo razziale da parte delle forze dell’ordine, esprimendo preoccupazione per l’assenza di meccanismi efficaci di responsabilità.
La risposta del governo italiano: “Accuse infondate e offensive”
Il rapporto ha provocato una reazione immediata e dura da parte del governo italiano. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha definito le accuse “ingiuriose” nei confronti delle forze dell’ordine: «Si tratta di donne e uomini che ogni giorno mettono a rischio la propria vita per la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzione alcuna. Meritano rispetto, non sospetti».
Anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha replicato con toni accesi: «L’ECRI è un ente inutile pagato anche con le tasse dei cittadini italiani. Se amano tanto rom e clandestini, li ospitino pure a Strasburgo».
Lo stupore di Mattarella: “Massima stima per le forze dell’ordine”
In un clima politico acceso, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto esprimere la propria posizione. In una telefonata al capo della Polizia, prefetto Vittorio Pisani, ha espresso «stupore» per i contenuti del rapporto e manifestato la sua «vicinanza e stima» verso le forze dell’ordine italiane.
Il Capo dello Stato ha scelto di mantenere un profilo istituzionale, ma il suo intervento è stato interpretato da molti come una forma di sostegno implicito alle forze dell’ordine, messe sotto accusa da un organismo internazionale.
Le raccomandazioni dell’ECRI: coinvolgere l’UNAR e creare nuovi strumenti
Accanto alle critiche, il documento dell’ECRI contiene raccomandazioni operative rivolte all’Italia. Tra queste, la creazione di un gruppo di lavoro nazionale che comprenda funzionari pubblici, rappresentanti dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), magistrati e membri della società civile.
L’obiettivo è costruire meccanismi di responsabilità per identificare e contrastare eventuali abusi a sfondo razziale o LGBTI-fobico da parte della polizia. La Commissione suggerisce, inoltre, una valutazione approfondita delle pratiche operative delle forze dell’ordine, alla luce dei nuovi standard internazionali sui diritti umani.