sconti ai balneari

Salvini taglia i canoni ai balneari: sconti fino al 50% prima delle gare sulle concessioni

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Written by Redazione

23 Giugno 2025

Sconti sui canoni ai balneari fino al 50%: il decreto Salvini scatena polemiche prima delle gare sulle concessioni

Nel pieno del confronto con l’Unione europea sulle concessioni balneari, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini firma un provvedimento per gli sconti dei canoni demaniali marittimi fino al 50%, suscitando forti polemiche. Mentre Bruxelles da anni chiede gare pubbliche per l’assegnazione delle spiagge, il governo italiano risponde con un ribasso tariffario che favorisce gli attuali concessionari, proprio alla vigilia della stagione turistica.

Le nuove tariffe: tagli importanti su tutte le tipologie

Secondo l’allegato tecnico del decreto, già bollinato dal Ministero dell’Economia, le nuove tariffe prevedono forti riduzioni: da 3,3 a 2 euro al metro quadrato per le zone scoperte, da 5,5 a 3,4 euro per le aree attrezzate, e da 7,3 a 4,5 euro per i tratti di litorale più pregiati. Salta anche il previsto aumento del 10%, elemento concordato in precedenza con la Commissione UE per evitare infrazioni alla direttiva Bolkestein.

Bonelli all’attacco: “Un regalo agli amici del Papeete”

Tra i primi a reagire è Angelo Bonelli, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, che denuncia il provvedimento come un “regalo inaccettabile” ai concessionari: “Il Twiga paga 21mila euro allo Stato ma fattura oltre 10 milioni. È uno scandalo”. L’opposizione accusa il governo di favorire pochi privilegiati mentre chiede sacrifici agli italiani.

I numeri: incassi in calo e morosità record

I dati ufficiali parlano chiaro: nel 2024 lo Stato ha incassato 120 milioni di euro da oltre 24mila concessioni, con 30 milioni di morosità. Secondo le stime, con le nuove tariffe il gettito scenderebbe a 74 milioni, accentuando il divario tra il valore reale delle concessioni e le entrate per l’erario.

L’ultimo anno di proroghe: le gare si avvicinano

Il 2025 potrebbe essere l’ultimo anno di proroghe automatiche. Alcuni Comuni si stanno già attrezzando per indire le gare, spinte dalle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. Tuttavia, il governo ha scelto proprio ora di alleggerire la pressione fiscale sui concessionari uscenti, generando dubbi su equità e concorrenza.

Un vantaggio indiretto per gli attuali gestori?

Per molti osservatori, il taglio dei canoni potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo per gli attuali gestori, che arriveranno ai bandi pubblici con maggiori margini economici e alle spalle una stagione con costi ridotti. Un possibile colpo di mano, a pochi mesi dall’entrata in vigore della riforma.

Strategie politiche o interessi da difendere?

La mossa viene letta da alcuni come una resa preventiva alla lobby balneare, storicamente influente nelle zone costiere e nelle elezioni locali. Dal canto suo, il governo parla di un intervento tecnico per armonizzare le tariffe ed evitare sanzioni da Bruxelles. Ma la polemica resta accesa, così come le preoccupazioni su una possibile svendita del patrimonio demaniale italiano.

Una partita più politica che amministrativa

La questione delle concessioni balneari si conferma uno dei dossier più caldi dell’estate 2025. Tra pressioni europee, scadenze giudiziarie e proteste dell’opposizione, il rischio è che a pagare il prezzo siano le entrate pubbliche e la trasparenza delle future assegnazioni.

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