È arrivata la decisione definitiva sul ricorso presentato da circa 800 ex deputati contro il taglio dei vitalizi introdotto nel 2018: il Collegio d’appello della Camera, organo giurisdizionale interno paragonabile alla Cassazione di Montecitorio, ha respinto l’istanza degli ex parlamentari. Resta così in vigore l’impianto previsto dalla delibera n. 14firmata all’epoca dal presidente Roberto Fico.
Con una nota ufficiale, Montecitorio ha confermato la validità delle misure adottate cinque anni fa per la riduzione degli assegni vitalizi, rigettando le richieste di ripristino da parte degli ex onorevoli, che avevano definito la situazione “irragionevolmente penalizzante”.
Il confronto con il Senato: due esiti opposti
La decisione della Camera dei Deputati si pone in netta contrapposizione con quanto avvenuto al Senato, dove nel 2022 un ricorso simile era stato accolto, portando al ripristino degli assegni pieni per tutti gli ex senatori, senza distinzioni legate all’età o al numero di legislature svolte. Quel verdetto aveva alimentato speranze tra gli ex deputati, che ora vedono sfumare la possibilità di ottenere lo stesso trattamento.
Gli effetti della delibera del 2018: riduzioni fino al 90%
Il taglio dei vitalizi era stato introdotto nel 2018 con l’obiettivo di adeguare l’erogazione degli assegni al sistema contributivo. La delibera n. 14, fortemente voluta da Roberto Fico, prevedeva un ricalcolo basato sui contributi effettivamente versati e sugli anni di fruizione del vitalizio. Per molti ex deputati, in particolare quelli con una sola legislatura alle spalle o di età inferiore rispetto alla media, ciò ha comportato riduzioni significative, in alcuni casi fino al 90%.
Il malcontento degli ex deputati
Gli 800 ex parlamentari ricorrenti hanno espresso profondo malcontento per la decisione, parlando di un trattamento discriminatorio. Secondo loro, i risparmi generati da Montecitorio gravano esclusivamente sulla loro categoria, a fronte di circa 3.300 ex deputati totali, senza considerare le sentenze favorevoli ottenute nel 2021 da una parte della platea.
Tra i ricorrenti anche Ilona Staller, in arte Cicciolina, che ha presentato un ricorso separato chiedendo un risarcimento da 10 milioni di euro, sostenendo di aver contratto un mutuo proprio sulla base dell’assegno vitalizio.
Misure di mitigazione già previste
La nota della Camera ha inoltre ribadito la permanenza delle misure di mitigazione introdotte dall’Ufficio di Presidenza nella scorsa legislatura. Queste prevedono piccoli aggiustamenti per i vitalizi più colpiti, senza però modificare in modo sostanziale l’impianto riformatore della delibera del 2018.
La strada politica: appello all’Ufficio di Presidenza
Esaurite le vie giurisdizionali interne, agli ex deputati resta ora solo la possibilità di un’azione politica, attraverso un appello all’attuale Ufficio di Presidenza della Camera, guidato da Lorenzo Fontana. Ma le possibilità di successo sembrano al momento remote, vista la coerenza mantenuta finora sulla linea del rigore nei confronti dei privilegi della politica.