Sinisa Mihajlovic è di nuovo ricoverato in ospedale
Il tecnico del Bologna si è recato questa mattina all'Istituto di Ematologia ‘Seràgnoli' per essere sottoposto a una terapia antivirale.
Un trattamento che può rendersi necessario per soggetti che hanno subito il trapianto di midollo osseo da donatore non familiare.
Un percorso clinico "normale"
Non una procedura d'urgenza dovuta all'aggravarsi delle condizioni di salute.
L'allenatore sta bene, non corre alcun rischio. "Sto vincendo la mia battaglia contro la malattia", ha ammesso di recente.
Il personale sanitario ha stimato anche quali potrebbero essere i tempi della degenza clinica: il periodo dovrebbe essere più breve rispetto ai ricoveri precedenti.
Da valutare nei prossimi giorni se potrà essere in panchina in occasione di Bologna-Brescia in programma sabato prossimo alle 15.
A luglio dell'anno scorso
Mihajlovic aveva scoperto di essere affetto da leucemia e lo aveva comunicato pubblicamente, nel corso della conferenza stampa che segnò anche l'inizio del lungo periodo di cura a cui si è sottoposto.
Periodo durante il quale ha fatto il possibile – nonostante gli effetti dei farmaci – per essere accanto alla "sua" squadra, anche ricorrendo alla tecnologia che gli ha permesso di seguire gli allenamenti dal letto della propria stanza.
E quando i medici gli hanno dato il via libera, ha mantenuto la promessa ed è andato in panchina anche se palesemente provato.
Tra campo e ospedale. Circondato dall'affetto dei cari, dei tifosi che hanno messo da parte la rivalità per unirsi in rpeghiera e nei pellegrinaggi dedicati all'allenatore serbo, Mihajlovic ha superato anche i momenti più brutti, di quelli che ti assalgono anche se hai uno spirito da guerriero.
Ha avuto paura, non l'ha mai nascosto.
Perché avrebbe dovuto? Sinisa ci ha messo sempre la faccia (come si dice in gergo).
Dopo aver affrontato diversi cicli di terapie, come da protocollo di preparazione tracciato nel percorso terapeutico, il 29 ottobre scorso Mihajlovic è stato sottoposto a trapianto di midollo osseo da donatore non familiare.
Andò tutto bene, il responso medico fu positivo e anche il quadro clinico confermò la fiducia e l'ottimismo sulla guarigione dell'allenatore.
Un mese dopo fu ancora una volta lo stesso Sinisa a parlare in conferenza stampa (questa volta affiancato dai medici dello staff che ne hanno seguito passo dopo passo le cure) per assicurare che le sue condizioni di salute erano buone
(Fanpage)