Quattro casi in Francia, altrettanti in Germania, un caso in Finlandia. La commissaria Ue alla salute Stella Kyriakides ha fatto il punto sul contagio di cittadini Ue in Europa del coronavirus al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria. Alla Commissione risulta che attualmente almeno 600 europei vorrebbero lasciare la Cina.
Il Meccanismo Ue di protezione civile può coprire fino al 75% dei costi di viaggio. Risulta che i paesi che hanno segnalato cittadini nazionali che vogliono rientrare dalla Cina sono Italia (si parla almeno di 60 connazionali), Austria, Belgio, Bulgaria, Germania, Spagna, Finlandia, Francia, Lettonia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania e Regno Unito.
132 decessi da coronavirus
Intanto l'Organizzazione mondiale della Sanità ha convocato una nuova riunione d’emergenza per stabilire se l’epidemia di coronavirus costituisca un’emergenza sanitaria internazionale, mentre continua a salire il numero di vittime: 132 decessi. Il numero di contagi intanto ha superato quello del 2002-2003 legato alla Sindrome respiratoria acuta grave (Sars): secondo una stima diffusa dalla tv statale hanno raggiunto quota 6.078.
Ma quanto sono attendibili i numeri che arrivano dalla Cina sul numero di infetti? “Non credo che la Cina stia dando dati non completi per nascondere un problema. Il punto è che i dati sono relativi solo ai casi accertati, e questo lo faremo anche noi. Nel senso che sfuggono tutti i casi più lievi. Questo comporta una sottostima del numero dei casi. Quindi non saranno 6.000 contagiati, ma di più. Secondo i modelli inglesi, per esempio, le stime vanno da migliaia di casi ad alcune decine di migliaia".
Iss: "Numero dei casi di contagio sottostimato"
Il quadro sull'emergenza Coronavirus viene tracciato da Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di sanità al termine di una riunione tecnico-scientifica presso lo stesso Iss. "Se ci fermiamo ai dati ufficiali sottostimiamo notevolmente il numero di casi, semplicemente perché c'è una capacità limitata di intercettare tutti i casi", ha aggiunto Rezza, osservando che nelle città cinesi il virus "corre sicuramente più velocemente che nei villaggi".
Meno letale della Sars
Rezza ha poi spiegato che il tasso di letalità del coronavirus sembra essere minore di quello della Sars, ma leggermente superiore a quello dell’influenza. “Sulla letalità restano grossi dubbi – ha spiegato al termine di un tavolo tecnico- La maggior parte dei morti sono persone anziane o con malattie croniche, ma la differenza è che per l’influenza abbiamo il vaccino”.
Cosa succede in Italia alle eventuali persone infette
Gli esperti hanno poi spiegato che, al momento, sui numeri dell’epidemia non ci sono sicurezze. Pronta la procedura messa a punto del ministero della Salute: non ci sarà una quarantena automatica, ma si valuterà caso per caso. Eventuali pazienti con i sintomi del coronavirus saranno ricoverati nel reparto di malattie infettive dell’ospedale della regione dove si trovano e saranno trasferiti all’Istituto Spallanzani di
Roma o al Sacco di Milano – strutture specializzate in malattie infettive – solo se la situazione si dovesse aggravare.
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