L'orrore viaggiava sui social, nelle chat Telegram e Whatsapp
L'uomo li utilizzava per scambiarsi le foto degli abusi con l'ex compagna e con un'altra donna, entrambe madri delle piccole vittime.
Centinaia di immagini e video pedopornografici, che ritraevano due bambine di appena pochi anni di età costrette in atteggiamenti sessuali dai loro genitori.
Una di loro, nata nel 2016, era stata violentata fin da quando aveva un anno. Concepita, ha ritenuto verosimile il gip, "con il preciso intento di realizzare le fantasie sessuali condivise" dalla coppia.
È partita da Grosseto l'indagine della polizia postale toscana che ieri ha portato in carcere tre persone.
Un'inchiesta coordinata dalla procura di Firenze che ha portato alla luce anni di atrocità ai danni delle due minori, commesse da chi avrebbe dovuto prendersi cura di loro, e una rete di pedofili attiva nelle chat sui social.
A finire in manette un quarantenne del Grossetano, già condannato agli arresti domiciliari per detenzione e scambio di materiale pedopornografico.
Arrestate anche due donne, 39 e 36 anni, residenti a Terni e a Reggio Emilia.
Entrambe avrebbero commesso abusi sessuali reiterati sulle proprie figlie, inviandone poi immagini e filmati all'uomo.
Secondo quanto ricostruito
Il quarantenne aveva avuto relazioni con entrambe. Dal rapporto con la prima nel 2016 era nata una bambina, che l'uomo avrebbe violentato in almeno tre occasioni. Sempre con la complicità della madre, che filmava ciò che accadeva.
Dopo il trasloco a Terni, la 39enne avrebbe continuato a inviare immagini degli abusi sulla piccola.
La stessa cosa avrebbe fatto l'altra arrestata con la figlia, nata nel 2010, immortalata durante "atti sessuali gravi" in cambio di vaglia postali per poche centinaia di euro.
Ma non erano i soldi a motivarla. "Non si tratta di persone che vivevano in contesti sociali ai margini - commenta la dirigente della Polposta Barbara Strappato - Non c'è alcun motivo razionale che possa spiegare queste azioni".
Dalle intercettazioni registrate è emersa "come assolutamente verosimile" la circostanza che i due ex conviventi avessero deciso di avere un figlio al solo fine di poterne abusare.
La donna avrebbe anche suggerito all'ex compagno di fare lo stesso con la sua attuale partner. L'uomo, invece, nelle conversazioni con le due complici racconta di altri abusi, ai danni della piccola figlia di un'altra donna e della propria cugina di nove anni.
Torture da verificare, ma che secondo i magistrati erano destinate a ripetersi secondo lo stesso schema: il quarantenne, scrive il gip, era "alla continua ricerca di altre vittime di età anche poco più che neonatale".
C'è una mia amica che vuole che la metto incinta - dice lui stesso a una delle complici - vuole una bambina per poi farmici giocare".
Non solo. Esaminando le chat di whatsapp dell'uomo hanno trovato anche un documento dal titolo "Come praticare l'amore bambino", inviatogli dall'ex compagna.
Un manuale che il gip Agnese di Girolamo, nell'ordinanza di custodia cautelare, definisce un "prontuario pedopornografico", con immagini esplicite e consigli su come adescare minori in tenera età.
Nel testo
Si suggerisce di dotarsi di un animale, di "cercare nelle comunità povere", "trovare bambini tristi e solitari" e "utilizzare scuole e asili come punti di partenza".
Tutto il materiale trovato nel telefono e nei pc del quarantenne è stato sequestrato.
Da accertare
Poi quanto questo materiale sia stato ulteriormente veicolato in gruppi chiusi sui social.
Proprio da una segnalazione arrivata dall'estero su una chat di Telegram erano partite le indagini.
A novembre, il quarantenne era stato condannato con rito abbreviato a due anni e quattro mesi.
Le due donne arrestate ieri, invece, non avevano precedenti specifici.
Tutti dovranno rispondere di violenza sessuale aggravata e detenzione e scambio di materiale pedopornografico.
Entrambe le bambine sono state sottratte alla custodia dei genitori e condotte in un luogo sicuro.
(Repubblica)