Il papà di Achille Lauro: «Mio figlio non è un drogato»
Dopo la partecipazione a Sanremo e le sue performance eccentriche, provocatorie, i riflettori si sono accesi ancora una volta sulla vita di Achille Lauro.
Un presente ricco di successo, di fama, di gloria, come ha mostrato sul palco dell'Ariston cantando "Me ne frego", e un passato travagliato, a detta di molti. Il clichè dell'artista stravagante con alle spalle una famiglia disastrata, spaccio e qualche furto, convince.
Achille Lauro però, nome d'arte di Lauro De Marinis, in un'intervista al Corriere della Sera aveva smentito la "leggenda nera" sul suo passato, raccontando di essere figlio di una famiglia benestante e altolocata.
Al settimanale Di Più parla il padre, Nicola De Marinis, magistrato della Cassazione, per raccontare la verità sulla vita di Lauro.
Achille Lauro ha riallacciato i rapporti col padre
Un nonno, Federico De Marinis, prefetto di Perugia, uno zio bancario con l'incarico di assessore al bilancio in Provincia, un cugino viceprefetto a Bari.
Un padre che è stato professore universitario e avvocato, ha scritto quattro libri e per meriti insigni è persino diventato consigliere della Corte di Cassazione. Nicola De Marinis non nasconde di aver desiderato che il figlio seguisse la sua strada, ma ben presto Lauro De Marinis ha mostrato di avere altre ambizioni.
"Un giorni mi ha voltato le spalle dicendo, proprio come nella canzone, ‘me ne frego' ", ha raccontato il padre. Un rapporto altalenante quello padre-figlio, tanto che l'uomo aveva scelto di andare via di casa. Le dinamiche affettive in famiglia erano complicate, aveva raccontato il cantante. "Io mi sono allontanato dai ragazzi perché le incomprensioni erano tante, la madre non li ha mai abbandonati", spiega il padre a proposito di Lauro e del fratello. I rapporti oggi, a distanza di tempo, sembrano riallacciati: "Ci sentiamo, ci confrontiamo da uomini. Lo chiamo spesso. La mamma è amministratrice della sua casa discografica ed è quella che sicuramente lo sente di più".
"Nelle periferie la droga esiste, è una piaga sociale che non va nascosta", racconta Achille Lauro al Corriere. Le periferie in questione sono quelle della Capitale, dove è cresciuto, senza nascondere di aver avuto qualche trascorso con le droghe. Ora però, Achille Lauro dice di aiutare gli altri ragazzi a non perdersi e a non distruggere le loro vite. Vuole essere un esempio positivo e ci tiene a sottolineare che Sanremo è stato il frutto di 15 anni di impegno. Il padre ha voluto smentire l'idea di spacciatore che è girata sul suo conto: "Non lo è, non ha avuto esperienze devastanti. È un eccentrico ed è ben diverso. Ne avrà fatto uso in passato, ma non come ha scritto, in modo così esagerato", ha detto il magistrato.
Entrambi i miei figli a un certo punto della loro vita hanno frequentato persone molto lontane dal nostro mondo borghese nel quale io avevo cercato di crescerli. È stato il loro modo, a mio avviso, di scontrarsi con me. Mio figlio ha visto amici finire in carcere e morire di overdose, ha toccato con mano la disperazione. Ma che queste esperienze lo abbiano condizionato, esaurito, risucchiato verso il male, assolutamente no.
"Oggi sono fiero di lui", ha concluso il padre.
(Fanpage)
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