Reddito di cittadinanza: secondo le
ultime notizie in merito l’
Inps ha deciso di
intensificare i controlli sui beneficiari della misura. L’obiettivo è verificare che quanto indicato nell’ISEE e nella domanda del reddito di cittadinanza corrisponda effettivamente alla realtà, così da scovare i “furbetti” ed accertarsi che a percepire il sostegno economico siano solamente coloro che ne hanno realmente bisogno.
Ad esempio, l’Inps con l’aiuto dei Comuni - che, come stabilito dalla
nota 8165/2019 (diramata dal Ministero del Lavoro sulla base di quanto deciso dall’accordo sottoscritto in Conferenza Stato-Regioni), hanno inviato i risultati dei primi dati richiesti dall’Istituto - sta effettuando un controllo incrociato tra i dati contenuti nell’
ISEE e quelli della
residenza. D’altronde, la composizione del nucleo familiare indicata nell’ISEE è
determinante ai fini del riconoscimento del beneficio; basta omettere un solo componente per poter cambiare l’esito della domanda.
Ecco perché l’Inps ha chiesto ai Comuni di accertare che non ci siano vizi nelle DSU presentate ai fini ISEE; informazioni non inerenti la realtà che potrebbero ripercuotersi su reddito e pensione di cittadinanza. Ma nel frattempo si stanno effettuando
controlli anche su redditi non dichiarati, o su coloro che non stanno seguendo la condizionalità prevista dal reddito di cittadinanza (ad esempio non presentando la dichiarazione di immediata disponibilità).
Secondo le indiscrezioni concernenti questo tema, almeno per il momento i controlli effettuati dall’Inps vengono
effettuati a campione; la verifica, quindi, non dovrebbe - per adesso - riguardare tutti i beneficiari del reddito. Tuttavia il bacino dei controllati si sta progressivamente allargando, con gli uffici dell’Inps che - visto il calo delle domande degli ultimi mesi - hanno maggiori risorse da poter destinare alla verifica dei beneficiari. A tal proposito vediamo
quali sono le situazioni di rischio che potrebbero essere soggette a controlli da parte dell’Inps e quali sono le
conseguenze previste nel caso in cui l’Istituto accerti una violazione delle norme.
Reddito di cittadinanza: aumentano i controlli dell’Inps, chi rischia
Sono diversi gli aspetti che l’Inps intende verificare durante i
controlli dei nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza. Ad esempio, grazie ai primi dati sulla residenza inviati dai Comuni (questi entro ottobre dovevano completare i controlli su almeno il 5% dei nuclei percettori residenti nel territorio comunale di appartenenza), l’Inps verifica che le informazioni riguardo alla composizione del nucleo familiare indicate nell’ISEE corrispondano effettivamente alla realtà dei fatti.
A tal proposito, l’Inps andrà a verificare che
non ci siano residenze fittizie indicate appositamente per favorire il riconoscimento del reddito di cittadinanza, o anche che non siano stati omessi dei componenti del nucleo familiare. Altro controllo che l’Inps sta effettuando progressivamente è quello riguardante i
redditi indicati nella domanda. Si ricorda che ai fini del reddito di cittadinanza la situazione reddituale del nucleo familiare non viene fotografata tutta dall’ISEE. La normativa vuole che, qualora al momento della domanda del reddito di cittadinanza uno o più componenti del nucleo familiare abbiano iniziato un’attività lavorativa i cui redditi non sono indicati nell’ISEE, all’istanza vada allegato anche il
modello SR182 (Com-Ridotto).
Non tutti, però, lo hanno fatto ed è per questo che potrebbero aver
percepito più di quanto effettivamente dovuto. L’Inps, tuttavia, dispone di tutti gli strumenti per verificare che effettivamente il reddito familiare indicato al momento della domanda sia quello reale ed è quello che sta facendo. Lo stesso dicasi per coloro che un lavoro lo hanno iniziato in un momento successivo alla presentazione della domanda: in questo caso i beneficiari hanno l’obbligo di comunicarlo utilizzando il
modello SR181 (Com-Esteso); per chi non lo fa scatta il
controllo dell’Inps che - come vedremo di seguito - potrebbe portare a delle conseguenze molto gravi.
Ma non solo l’inizio di un’attività lavorativa va comunicato: spetta ai beneficiari del reddito di cittadinanza comunicare anche
eventuali dimissioni presentate nel periodo che precede e segue il riconoscimento della misura. Riguardo al lavoro nero, invece, i controlli competono alla Guardia di Finanza. I controlli dell’Inps riguardano anche il rispetto della
condizionalità: ad esempio, l’Inps sta verificando che tutti i beneficiari obbligati abbiano presentato la
dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro recandosi ai centri per l’impiego. Quest’ultimi hanno inoltre segnalato coloro che pur avendo ricevuto una convocazione
non si sono presentati all’appuntamento per la sottoscrizione del Patto per il Lavoro.
Reddito di cittadinanza, nuovi controlli: cosa si rischia
Nel caso in cui l’Inps nella fase di controllo accerti una violazione per il nucleo familiare potrebbero esserci delle
conseguenze molto gravi. Ad esempio, per chiunque abbia ottenuto il reddito di cittadinanza rendendo
documenti falsi o
attestanti cose non vere, oppure omettendo delle informazioni dovute, scatta una
sanzione penale che prevede - oltre alla decadenza del reddito e alla restituzione delle somme percepite indebitamente - la
reclusione da due a sei anni.
La reclusione scende da uno a tre anni, invece, per coloro che non comunicano variazioni del reddito o del patrimonio nel periodo successivo al riconoscimento della domanda. Anche la mancata partecipazione alle politiche attive può comportare la perdita del reddito di cittadinanza (ma in questo caso ovviamente non è previsto il penale); ad esempio il RdC decade quando l’Inps verifica che uno o più componenti del nucleo
non hanno reso la DID, mentre una mensilità viene tolta in caso di
assenza ingiustificata al primo appuntamento per la sottoscrizione del Patto per il Lavoro.
Fonte:
Money.it
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