Più del doppio dei contagi in 24 ore. Da 76 a 153.
Il coronavirus avanza, lasciandosi dietro una scia di panico, di dolore per le quattro vittime e di preoccupazione, anche a livello internazionale.
L’Italia è infatti al terzo posto dietro Cina (78.811 casi di contagio, 2.462 morti) e Corea del Sud (602 malati, 4 decessi) nella classifica mondiale dei focolai del Covid-19.
Per scalarla sono bastati tre giorni.
Un quadro in evoluzione, con numeri in aumento nelle regioni colpite: 116 casi di contagio in Lombardia (compresi i 2 decessi), con tre positivi a Milano.
Uno dei quali è un dermatologo del policlinico poi curato al Sacco, ma c’è apprensione per un dipendente della sede Unicredit.
49 a Lodi e provincia (a partire da Codogno e attorno alla cittadina, nella zona rossa), 14 a Cremona, sei a Pavia, tre a Bergamo, uno a Sondrio e uno a Monza.
Nell’elenco sono compresi anche i tre contagiati, appartenenti allo stesso nucleo familiare, riportati in ambulanza in Lombardia da una vacanza in Trentino.
C’è preoccupazione anche se l’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento ha cominciato una serie di indagini per ricostruire gli spostamenti della famiglia: non avrebbe avuto molti contatti e avrebbe trascorso gran parte del soggiorno in un appartamento in affitto sull’altopiano.
Venticinque poi i casi in Veneto (incluso un decesso)
Con i 19 infettati a Vo’ Euganeo — altro epicentro della malattia —, 3 a Dolo, 3 a Venezia, uno dei quali a Mira. Nove in Emilia Romagna, tutti ricoverati a Piacenza, e 3 in Piemonte, a Torino, mentre i test su tre cinesi di Cuneo sono risultati negativi.
Da questi numeri sono esclusi i pazienti in cura allo Spallanzani di Roma, la coppia di turisti cinesi (lui guarito ma in osservazione, e la moglie sempre in terapia intensiva in miglioramento) e il ricercatore emiliano tornato da Wuhan, anche lui sano e dimesso.
(Corriere)
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