È indagato con l’ipotesi di omicidio volontario il 23enne carabiniere libero dal servizio che, sabato sera in via Generale Orsini, ha reagito a un tentativo di rapina uccidendo uno degli aggressori, Ugo Russo, di 15 anni, incensurato. In questa fase, l’iscrizione rappresenta un atto dovuto, anche a tutela del militare, in vista dell’autopsia e degli accertamenti che dovranno fare piena luce sulla vicenda e soprattutto chiarire la dinamica del fatto. Le indagini sono condotte dal Reparto operativo sotto il coordinamento del pm Simone De Roxas, del pool diretto dal procuratore aggiunto Rosa Volpe. Anche il procuratore Giovanni Melillo segue personalmente il caso. Gli investigatori lavorano anche per identificare le persone che, sabato notte, appresa la notizia della tragica morte di Ugo, hanno assaltato il pronto soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini. Per questo episodio, i pm configurano il reato di devastazione. Sono però ancora state installate le telecamere all’interno del “triage” del presidio della Pignasecca. "Al momento è prematuro azzardare qualsiasi ipotesi o dichiarazione sul reato di cui dovrà rispondere il mio assistito, visto che c'è un'indagine in corso e non c'è ancora nulla. C'è ancora tutto da accertare". Così Enrico Capone, legale del carabiniere che nella notte tra sabato e domenica ha sparato contro il 15enne. Il ragazzo, morto poco dopo essere arrivato al pronto soccorso dell'ospedale Pellegrini, è stato raggiunto da due colpi di pistola esplosi dal carabiniere in borghese, uno al torace e l'altro dietro al collo. "Siamo dispiaciuti per la morte del ragazzo - dice - ma siamo assolutamente tranquilli e soprattutto  fiduciosi nell'operato della magistratura". "Il carabiniere gli ha sparato una prima volta al corpo, facendogli fare un balzo di 3-4 metri. Una volta finito a terra si è rialzato per scappare, ma a quel punto il militare gli ha puntato la pistola contro sparando una seconda volta e colpendolo alla nuca mentre Ugo era di spalle. Poi ha inseguito l'altro ragazzo che era con mio figlio sparando ancora ma mancando l'obiettivo. È stata un'esecuzione a tutti gli effetti e per questo deve essere condannato". Vincenzo Russo, papà di Ugo, il 15enne ucciso ieri da un carabiniere durante un tentativo di rapina a Napoli, non ha dubbi ribadisce la sua tesi: "Un omicidio per il quale chiedo e voglio giustizia". All'obitorio, dove c'è il corpo del figlio in attesa che venga svolta l'autopsia, ci sono molti familiari del ragazzo. "Nessuno di noi dice che Ugo era un santo ma non si può morire così. Se ha sbagliato andava punito, ma con l'arresto, non con la morte. E' una reazione del tutto sproporzionata. Ora ci aspettiamo che la legge faccia giustizia e punisca il carabiniere con la pena che merita", aggiunge lo zio Giovanni.

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