A OGGI non esistono né un vaccino né terapie specifiche per combattere il nuovo Coronavirus SARS-CoV-2.

Pochi giorni fa la National Health Commission cinese ha inserito nelle linee guida per il trattamento dei casi gravi anche un farmaco antinfiammatorio. Si tratta di tocilizumab, approvato nel 2010 negli Stati Uniti per l’artrite reumatoide. Per il momento, in Cina sono stati 21 i pazienti trattati con tocilizuma hanno mostrato un miglioramento importante. In Italia Due giorni fa il farmaco è stato utilizzato su due pazienti affetti da polmonite severa a Napoli.

Se la risposta infiammatoria è eccessiva

“In questi casi - spiega Giorgio Palù, virologo Professore emerito dell’Università di Padova, Presidente uscente della Società Europea di Virologia - il virus arriva negli alveoli dei polmoni, li infetta e li rende incapaci di svolgere la loro funzione. Alcuni pazienti presentano insufficienza respiratoria per lo sviluppo della polmonite interstiziale e, a questo punto, l’organismo, per difendersi, attiva una risposta infiammatoria.

Come agisce il farmaco antinfiammatorio

A cosa servirebbe, dunque, il farmaco antinfiammatorio? “Si tratta di una terapia non diretta contro il virus in sé, ma contro una delle reazioni che l’organismo mette in atto come meccanismo di difesa nei confronti del virus, appunto la risposta infiammatoria. In altre parole, il farmaco inibisce i livelli elevati di una particolare proteina, l’interleuchina 6 (IL-6), che svolge un ruolo fondamentale nel processo di modulazione del sistema immunitario. Per questo, la National Health Commission cinese ha dichiarato che può essere usato per trattare i pazienti con coronavirus che presentano gravi danni ai polmoni e alti livelli di IL-6.

Al via lo studio clinico su oltre 180 pazienti

Roche, la società che produce il farmaco, che nel mese di febbraio ha donato tocilizumab per un valore di circa 2 milioni di dollari, ha affermato che al momento non sono stati pubblicati studi clinici relativi all’utilizzo del farmaco contro le infezioni causate dalla malattia CoViD-19 (Corona Virus Disease 19).

L’utilizzo off-label dei farmaci

“Si provano farmaci che sono già utilizzati per altre malattie, quindi che hanno il vantaggio di essere sicuri sull’uomo. Ovviamente ci sono diversi studi in vitro che cercano di individuare molecole in grado di interagire con il nuovo virus, ma per l’utilizzo in ambito clinico sono necessari studi su animali e studi sull’uomo: un processo dunque che richiede sicuramente del tempo.

Un altro farmaco sperimentato

E' la ribavirina usato per contrastare l’herpes, il virus respiratorio sinciziale e in passato, in associazione con l’interferone, l’epatite C. È stato, poi, sperimentato il farmaco antimalarico clorochina che non solo ha un effetto antinfiammatorio, ma è anche in grado di bloccare gli organelli che permettono al virus di replicarsi. E, in Cina e in Russia si è utilizzato anche l’umifenovir che blocca l’ingresso dei virus nella cellula in maniera aspecifica. Ovviamente le sperimentazioni continuano anche con altri farmaci con la speranza di individuare la molecola più efficiente.(LaReuppblica) Leggi anche: Coronavirus. Putuanelli: «Lavoriamo a stop mutui e bollette» Seguici su Facebook: 41esimoparallelo
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