Dopo Bergamo e Brescia, la frontiera del focolaio di Covid-19 avanza verso Milano.
Qui il contagio cresce inesorabile e costante, tra venerdì e ieri si registrato 244 nuovi positivi, che salgono da 1.307 a 1.551. «Stiamo facendo di tutto perché il virus non conquisti la città», afferma il professor Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive al Sacco.
Le disposizioni di distanziamento sociale si intensificano, dopo scuole, uffici e negozi chiudono i parchi. «Ricordiamoci che i casi diagnosticati riguardano persone sintomatiche, che sono solo una parte del reale», avverte Galli.
PUNTO DI NON RITORNO
E i morti sono quasi mille.
Un'emergenza che ha spinto il governatore Attilio Fontana a una scelta drastica: reclutare Guido Bertolaso come «consulente» per reperire «sul mercato internazionale monitor e respiratori» destinati a un nuovo ospedale alla Fiera. Perché i presidi di tutta la regione, avverte l'assessore al Welfare Giulio Gallera, «sono vicini al punto di non ritorno.
Abbiamo pochissimi posti liberi nelle terapie intensive, ormai siamo nell'ordine di quindici, venti a disposizione. Se ogni giorno arrivano 85 persone in terapia intensiva e ne escono due o tre, è evidente che tutto questo non è sufficiente». Non ci sono ambulanze abbastanza per smistare i pazienti tra i vari ospedali e soprattutto mancano i medici, tanto che la regione ha lanciato una campagna di assunzioni internazionali.
«Avremo personale dal Venezuela, dalla Cina, da Cuba, a cui daremo ovviamente anche una casa. Chiediamo solo che siano iscritti all'albo nel Paese di provenienza». (IlMattino)
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