Qual è l’evoluzione del virus nella città di Napoli, quant’è ampia la diffusione dei contagi?
Siamo travolti dai dati nazionali e da quelli regionali, sappiamo poco di quel che avviene vicino a noi, nelle strade della città. Ecco perché abbiamo cercato di scattare una fotografia della situazione.
L’abbiamo fatto utilizzando gli ultimi dati certificati che siamo riusciti a catturare, risalgono a venerdì scorso quando la città di Napoli contava esattamente 407 contagiati.
Il documento, ci ha consentito di risalire alla provenienza di ogni singolo caso accertato di contagio e siamo riusciti a realizzare la mappa che vedete pubblicata qui in alto, nella quale sono sintetizzati i numeri della diffusione del virus quartiere per quartiere. Come osservate, ci sono tre aree della città nelle quali la diffusione del contagio è stata esplosiva, si tratta dei quartieri Vomero, Arenella e Chiaia. Non esiste uno studio accurato sulle cause della concentrazione di contagi in queste aree. L’infettivologo Faella (intervistato nella pagina che segue) punta il dito sulle ultime notti folli della movida. L’esperta Maria Triassi spiega che «si tratta di quartieri dove c’è una vasta socialità: c’è una maggioranza di professionisti che partecipano a meeting e riunioni, che viaggiano in Italia e per il mondo. Insomma, c’è maggiore possibilità di entrare in contatto con persone già contagiate».
Insomma, i quartieri della borghesia avrebbero maggiori opportunità di interazione, secondo l’infettivologa Triassi: «Diciamo un ventaglio più ampio di interazioni. Perché in tutti i quartieri c’è la tendenza a incontrarsi, a stare assieme. Ma se si incontrano sempre le stesse persone, le possibilità di contagio diminuiscono.
Il dettaglio dei contagi napoletani
Consente di avere un quadro immediato della situazione: in ogni quartiere ci sono interi nuclei familiari di persone ammalate. Spesso c’è un giovane adulto (tra i 20 e i 30 anni) assieme a due genitori più grandi d’età, ci sono, però, anche molti casi di giovani genitori che hanno contagiato i loro bimbi. A Posillipo, invece, c’è una singolare tendenza alla condivisione familiare: qui i contagi nello stesso appartamento riguardano esclusivamente coppie di anziani ultrasettantenni.
Al Vomero, il quartiere dove il numero di contagi è massimo, tra le 52 persone ammalate ci sono otto interi nuclei familiari che, da soli, sommano 21 ammalati. È anche il quartiere che conta il maggior numero di decessi, 5 sui 24 totali finora contati in città. L’analisi dei numeri consente di individuare anche 65 pazienti guariti nel territorio di Napoli e di 102 ancora ricoverati negli ospedali, 12 dei quali in terapia intensiva. L’età media dei contagiati napoletani è nettamente inferiore rispetto a quella nazionale: qui gli ammalati hanno in media 54 anni, nel resto d’Italia 64. L’età più giovane dei contagiati abitualmente corrisponde a una migliore risposta alla malattia con più ampie possibilità di guarigione. A Montecalvario l’età media più bassa (41 anni) a Chiaia quella più alta (64).
Tra i 102 ricoverati i più gravi sono 12
Tutti attualmente trattati in terapia intensiva ma ovviamente non vi diremo qual è la provenienza di queste persone che lottano per la sopravvivenza.(IlMattino)
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