È stata ferita alla pancia con un lungo coltello da cucina prima di essere strangolata.

È quanto emerge dalle prime indiscrezioni, riportate dal giornale Siciliaonpress, dell'autopsia sul corpo di Lorena Quaranta, la studentessa in medicina di 27 anni, uccisa nell'appartamento in cui viveva con il compagno infermiere, a Furci Siculo (Messina), il 31 marzo scorso. L'esame medico legale affidato all'anatomopatologa, Daniela Speranza ha già rivelato alcuni particolari su come si è consumato il delitto nella casa della coppia. Antonio De Pace, reo confesso, avrebbe vagato per un po' nell'appartamento prima di fare la telefonata ai carabinieri di Santa Teresa di Riva a cui ha confessato il delitto. Negli stessi istanti probabilmente, si è procurato le ferite ai polsi ricondotte a un tentativo di suicidio.

Antonio De Pace in silenzio davanti al giudice

La notizia, tuttavia, è che prima di strangolare Lorena, De Pace l'aveva già ferita con un coltello da cucina all'addome. Solo quando la ragazza era incosciente, dunque, avrebbe agito strangolandola. De Pace non avrebbe confermato né smentito, avendo scelto di tacere e non collaborare durante l'udienza di convalida del fermo davanti al giudice Eugenio Fiorentino. De Pace, 28ennedi Dasà paese del Vibonese in Calabria, conviveva con Lorena da tre anni, e da uno si era iscritto alla facoltà di Odontoiatria, incoraggiato dalla fidanzata.

In questi giorni Lorena è stata ricordata nella sua Favara

Con una distesa di lenzuoli bianchi in segno di purezza per la giovane età e a simboleggiare il camice bianco da medico che Lorena si stava conquistando con lo studio. A luglio, infatti, la giovane si sarebbe laureata in Medicina, titolo che l'ateneo di Messina le dedicherà honoris causa, appena sarà finita l'emergenza coronavirus.(Fanpage) Leggi anche: Conte frena sulle riaperture dopo Pasqua: tutti a casa anche dopo il 1 maggio. Seguici su Facebook: 41esimoparallelo
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«Ho 39 anni, sono incinta e ho il Covid-19. Non vale la pena uscire, la vita vale molto di più».