Gli italiani conosceranno venerdì o sabato, alla vigilia di Pasqua, il loro destino.

Sarà in quei giorni che il governo deciderà - d’intesa con le Regioni e le parti sociali grazie alla nuova cabina di regia che sta partendo nonostante la contrarietà dei 5Stelle - se e come prolungare le misure di contenimento del coronavirus. «Ogni decisione sarà presa sempre in base all’andamento dell’epidemia e in ragione delle analisi e dei pareri degli scienziati», spiegano a palazzo Chigi, «ma il “come” e il “quando” sarà stabilito dal governo». Precisazione doverosa, dopo il cortocircuito di venerdì con il capo della Protezione civile Angelo Borrelli che aveva parlato di stretta prolungata fino al 16 maggio. Salvo poi correggersi.

Giuseppe Conte è determinato ad andare avanti con la strategia del step by step.

Un Dpcm alla volta, come ha fatto finora, della durata di 14 giorni. Tanto quanto è lunga l’incubazione del coronavirus. Ma è possibile - se non probabile - che il prossimo provvedimento, visto che si stanno avvicinando i ponti del 25 aprile e del 1° maggio che potrebbero provocare un moto incontrollato (e incontrollabile) di spostamenti e assembramenti, possa avere una durata più lunga, arrivando al 3 maggio. Di certo, c’è che Conte e il Pd - anche per il pressing di Matteo Renzi - vogliono mettere nero su bianco nei prossimi giorni un “Piano per la riapertura graduale” del Paese. Per non farsi trovare impreparati. Per dare agli italiani un po’ di speranza e indicare una luce in fondo al tunnel della clausura, che ormai va avanti dal 9 marzo. (IlMattino) Leggi anche: Francesco Renga, la mia Brescia devastata dal Corvid: i nonni non ci sono più Seguici su facebook: 41esimoparallelo
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