La fase 2: ecco le varie ipotesi
Coronavirus, per la fase 2 il ministro dei trasporti Paola De Micheli ipotizza uffici con orari flessibili e nuove tcnologie per controllare il riempimento dei bus. Ci sarà un modo diverso di prendere i mezzi pubblici nella fase 2? «Credo di sì: la fase 2 la stiamo ancora pensando e valuteremo anche in base ai dati sanitari. Ma dovremo immaginare una società dove non tutti vanno e tornano a lavorare allo stesso orario, a orari flessibili soprattutto negli uffici pubblici. E poi dobbiamo immaginare l'applicazione delle nuove tecnologie ad esempio per verificare il livello di riempimento di un bus per valutare le capienze massime». Così il ministro dei Trasporti Paola De Micheli a Un giorno da pecora.
Moda, settore auto e metallurgia: allo studio l'anticipo dell'apertura. Far ripartire alcune attività prima della fine del lockdown, magari già dalla prossima settimana, partendo da alcune filiere nelle quali il lavoro si può con più rapidità riorganizzare in sicurezza: è una delle ipotesi cui lavora il governo per preparare con 'gradualità' la fase 2. Tra le 'candidatè a riaprire i cancelli, secondo quanto apprende l'ANSA, ci sarebbero le filiere della moda, l'automotive e della metallurgia. Al momento si tratterebbe solo di ipotesi, da valutare anche con le parti sociali.
De Micheli: «Sul bus solo seduti? Vedremo». Negli autobus si occuperanno solo i posti a sedere, senza posti in piedi? «Non siamo arrivati a questo livello di approfondimento».
I ricercatori: fase 2 con test e geolocalizzazione.
Identificare precocemente le persone positive al nuovo coronavirus con test molecolari e sierologici di massa, obbligo per tutta la popolazione che abbia contatti con il pubblico di indossare mascherine filtranti e protettive e utilizzo dei dati elettronici per tracciamento e geolocalizzazione fino al termine dell'emergenza: è quanto il mondo scientifico chiede al governo nell'appello di 150 ricercatori. Tra i firmatari il fisico Alberto Aloisio dell'università Federico II di Napoli, Ida Nicotra, dell' Autorità nazionale anticorruzione (Anac), il presidente Consiglio Universitario Nazionale (Cun) Antonio Vicino, il presidente dell' Istituto Nazionale Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) Nicola Casagli, Giuseppe già capo dipartimento della Ricerca del ministero per l'Istruzione, Uniersità e Ricerca, il coordinatore area Intelligenza Artificiale per il Piano Nazionale della Ricerca , Pierluigi Contucci, il genetista Paolo Gasparini dell'università di Trieste, il cardiochirurgo Gino Gerosa dell'università di Padova.
Nell'appello
I ricercatori chiedono che «si realizzi urgentemente una campionatura rappresentativa della popolazione per comprendere la reale estensione del contagio e la letalità del virus» e la «progressiva adozione di misure alternative all'isolamento domiciliare generalizzato, all'interno di una chiara strategia di contenimento della diffusione del virus» e « in particolare il ricorso al tracciamento puntuale del contagio». Chiedono inoltre «l'identificazione precoce dei positivi con indagini molecolari e sierologiche di massa, »l'avvio di una produzione su larga scala del materiale necessario per le indagini molecolari e sierologiche« e l'obbligo per tutta la popolazione che abbia contatti con il pubblico di indossare mascherine filtranti e protettive».(IlMattino)
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