Perquisizioni al Pio Albergo Trivulzio e altre due residenze a Milano. Sequestrata ingente mole di atti

Alla porta del Pio Albergo Trivulzio sono tornati a bussare uomini della polizia giudiziaria. E questa volta si tratta di una storia molto più tragica rispetto a quella delle mazzette del “mariuolo” Mario Chiesa. È dopo l’apertura delle indagini sulle morti per coronavirus in alcune Rsa nella provincia del capoluogo lombardo, infatti, che la Guardia di finanza si è presentata nelle sedi del Trivulzio. Un blitz organizzato nei minimi dettagli quello degli uomini guidati da Maurizio Ghezzi, coordinati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano: in contemporanea, infatti, la polizia giudiziaria ha bussato alle porte della Sacra Famiglia di Cesano Boscone e di una residenza di Settimo Milanese.

Dal Trivulzio gli investigatori delle Fiamme Gialle

Hanno portato via una “ingente mole di documenti“, tra cartelle cliniche, documenti cartacei ed informatici. Sotto sequestro sono finiti anche pc e altri dispositivi informatici, anche alla ricerca di email ed altra documentazione utile. Nei giorni scorsi sono finiti sotto inchiesta anche i legali rappresentanti della Sacra Famiglia di Cesano Boscone e i vertici del Don Gnocchi. In quest’ultimo istituto geriatrico risultano indagati il direttore Antonio Dennis Troisi, la direttrice sanitaria Federica Tartarone e l’amministratore della coop Ampast, Papa Waly Ndiaye.

Il Blitz

Solo tra il Trivulzio e il don Gnocchi si calcola siano decedute quasi 300 persone, durante l’epidemia di coronavirus. Il Pio Albergo conta al momento il maggior numero di decessi tra le varie Rsa milanesi, anche perché è la più grande (quasi 150 morti su un totale di circa 1200 persone, tra ospiti e pazienti). Oltre a Calicchio, è probabile che le indagini si allarghino anche ad altri responsabili della casa di cura, mentre il dg, già sentito nei giorni scorsi in videoconferenza dagli ispettori del Ministero della Salute, si è difeso spiegando di aver seguito regole e protocolli, anche regionali e ministeriali.

I Fascicoli

Sia in questo fascicolo, che negli altri sulle Rsa milanesi, gli inquirenti, con gli investigatori del Nas dei carabinieri e della Finanza dovranno lavorare su più fronti: dalle analisi sulle centinaia di morti per sospetto Covid fino all’assenza di tamponi e di mascherine e alle presunte minacce agli infermieri che le utilizzavano. E ancora le eventuali omissioni nei referti e nelle cure fornite e la presunta commistione tra anziani e pazienti dimessi dagli ospedali e infine il ruolo dell’amministrazione regionale nella predisposizione di linee guida e piani pandemici.

Le indagini

Tra i punti su cui si concentrano le indagini della Procura di Milano sul Pat, così come sulle altre Rsa milanesi, ci sono anche gli effetti della delibera regionale dell’8 marzo che dava la possibilità alla strutture, su base volontaria, di ospitare pazienti Covid dimessi dagli ospedali, perché si era reso “necessario liberare rapidamente i posti letto degli ospedali per acuti. A seguito di quella delibera, il Trivulzio ha assunto il ruolo di centro di ‘smistamento’ di questi pazienti nelle altre strutture e, invece, formalmente non ha mai ricevuto pazienti colpiti da Coronavirus. La Regione aveva disposto, comunque, che quei pazienti dovessero essere accolti nelle case di riposo in strutture separate rispetto a quelle in cui sono ospitati gli anziani.(IlFattoQuotidiano) Leggi anche: Coronavirus, Casati Modignani: «Perchè è successo a Milano e non a Napoli?» Seguici su Facebook: 41esimoparallelo
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