Reddito di cittadinanza: c’è il rischio che non venga rinnovato a causa della crisi dettata dal coronavirus? Spesso ci troviamo a navigare tra i vari gruppi social in cui si riuniscono i percettori del reddito di cittadinanza, nonché di altri prestazioni a sostegno del reddito riconosciute dallo Stato, se non altro per avere informazioni riguardo a possibili problematiche, ma anche per dare degli importanti chiarimenti a chi ha dubbi su come funziona questa misura. Ebbene, negli ultimi giorni ci siamo imbattuti in diversi post di persone preoccupate per il fatto che il reddito di cittadinanza non possa essere rinnovato al termine dei 18 mesi a causa della crisi economica dettata dalla diffusione del coronavirus. Ed è proprio a questi dubbi che vogliamo dare risposta nel prosieguo dell’articolo, facendo chiarezza su cosa succederà veramente al termine dei 18 mesi di introduzione della misura.

Reddito di cittadinanza non rinnovato a causa del Coronavirus?

L’aspetto sul quale è bene intervenire è quello riguardante un eventuale rinnovo del reddito di cittadinanza. C’è chi ritiene, infatti, che sia necessario un intervento del Governo per poter confermare la misura anche al termine dei 18 mesi successivi alla sua entrata in vigore. Nel dettaglio, se consideriamo che la legge 26/2019 stabilisce che il reddito di cittadinanza è in vigore da marzo 2019 ne risulta che i 18 mesi scadono a settembre 2020. È bene specificare, però, che affinché il reddito di cittadinanza continui ad esistere anche dopo questa data non è necessario alcun rinnovo da parte del Governo. Ad oggi, infatti, il reddito di cittadinanza, così come la pensione di cittadinanza, è una misura strutturale che non richiede conferme da parte dell’amministrazione. Questa, quindi, resterà in vigore, e si potrà richiedere, fino a quando non verrà approvata una nuova legge che la andrà ad abrogare.

Reddito di cittadinanza: cosa succede dopo i 18 mesi

I 18 mesi non riguardano la durata dell’intera misura, ma solo il tempo massimo di fruizione per ogni beneficiario. La legge istitutiva del reddito di cittadinanza (decreto 6/2019 poi convertito dalla legge 26/2019), infatti, ci dice che non è possibile percepire questo sostegno per più di 18 mesi consecutivi. Ciò significa che chi ne ha fatto domanda a marzo continuerà a fruirne fino a settembre 2020, mentre per coloro che - ad esempio - hanno presentato la richiesta a maggio la scadenza è fissata a novembre 2020 (e così via). Dopo la scadenza sarà comunque possibile rinnovare il reddito di cittadinanza, ma solo dal mese successivo a quello di decadenza della vecchia domanda ed esclusivamente nel caso in cui se ne posseggano ancora i requisiti. Per la pensione di cittadinanza, invece, non sarà necessario aspettare il mese di sospensione, visto che la domanda si potrà fare immediatamente dopo la scadenza dei 18 mesi di fruizione.

Reddito di cittadinanza a rischio causa coronavirus?

Ma attenzione, quanto detto in precedenza non significa che la crisi economica derivata dalla diffusione del coronavirus non possa avere conseguenze sul reddito di cittadinanza. Semplicemente ad oggi non è possibile fare una previsione di quello che accadrà e di quali saranno gli scenari economici per il nostro Paese. Le conseguenze dovrebbero essere molto importanti: le ultime stime parlano di un calo del PIL fino al 9%, ma non sappiamo se il Governo deciderà di sacrificare il reddito di cittadinanza per fare cassa e destinare i soldi ad altri provvedimenti. Personalmente ci sembra comunque uno scenario difficile da concretizzarsi, anche perché in questa situazione la preoccupazione primaria dello Stato è di riconoscere aiuti economici alle famiglie in difficoltà, e di conseguenza non avrebbe senso toglierli a coloro che non avrebbero altro di cui sopravvivere. Fonte: Money.it Leggi anche Il reddito di emergenza potrà essere erogato dai comuni. Ecco come funzionerà. Seguici su Facebook 41esimoparallelo
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