Limoni e arance su, fragole giù; cavolfiori in cima, finocchi indietro.

A voler seguire i prezzi dei prodotti agricoli e alimentari sembra di stare sulle montane russe. L’emergenza coronavirus ha sconvolto i mercati e tra cause oggettive e speculazioni, fake news e smentite a non capirci più nulla sono i consumatori.

QUALITÀ

Considerati quest’ultimi un disinfettante naturale la domanda è aumentata proprio mentre crollava la produzione in Spagna per il maltempo e la Turchia ne bloccava l’esportazione avendo deciso di trasformarli in prodotti sterilizzanti. I 70 centesimi al chilo nei mercati generali, sono così diventati quasi tre euro al dettaglio. Gli ortaggi che hanno segnato le crescite più alte di prezzo sono stati invece il cavolfiore (+ 75,2% in un anno) e le zucchine in serra (+ 52,1%). Per finocchi (-35,4%) e carote (-21,8 %) i cali maggiori.

Coldiretti

Ha calcolato che mediamente l’aumento dei prezzi è stato 40 volte superiore quello dell’inflazione, affermando che si tratta di «un pericoloso segnale di allarme che alimenta anche speculazioni con compensi che in molti casi non coprono neanche i costi di produzione degli agricoltori». Influiscono – secondo Coldiretti - le difficoltà nelle esportazioni, la chiusura delle mense e dei ristoranti e la mancanza di lavoratori stranieri. L’altalena è comunque continua.

«Resta ancora il problema dell’impatto dei costi di trasporto»

Afferma Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati e del Car di Roma,il più grande mercato alimentare italiano – ma questo non porta certo a sconvolgimenti e non giustifica nessun tipo di allarmismo». I costi di trasporto potrebbero però ricadere nelle prossime settimane sui costi al dettaglio, stando al grido d’allarme lanciato da Salvatore Lentinello, presidente del consorzio del pomodoro Igp Pachino. «Gli autotrasportatori – afferma – ci hanno chiesto il 20% in più per ogni viaggio fino al 7 giugno perché i camion partono carichi dalla Sicilia e ritornano vuoti, essendo ferme le fabbriche del Nord».

ASSENZA

Ma sui consumatori – e prima ancora sui produttori – pesa la mancanza nelle campagne dei lavoratori immigrati stagionali. Ne mancano circa 300 mila e questo sta pesantemente influendo sulla raccolta di alcuni prodotti e sulle lavorazioni che solitamente si compiono in questa stagione. C’è il rischio di mettere a repentaglio le produzioni estive e la vendemmia. Già circa 600 mila sono gli irregolari vittime di caporali e malavita.

«Senza furori ideologici o ipocrisie»

Ha detto ieri al Senato il ministro all’Agricoltura Teresa Bellanova, provocando subito la reazione del leader della Lega Matteo Salvini - abbiamo il dovere di una assunzione di responsabilità: o è lo Stato a farsi carico della vita di queste persone o sarà la criminalità a sfruttarla».(IlMattino) Leggi anche: Coronavirus, arriva l'app per il tracciamento si chiamerà “immuni” Seguici su Facebook: 41esimoparallelo
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