La storia di Ernesto Consonni

Merita di essere raccontata non solo perché in tempi costellati di tanti lutti è una storia a lieto fine, ma anche perché ricuce l'immagine di un paese che troppo spesso esce dilaniato dalle fotografie scattate dai giornali. Ernesto è un magazziniere bergamasco in pensione. L'incubo inzia quando oltre un mese fa accusa un dolore lancinante al petto che gli spezza il respiro. Dopo il trasporto in ambulanza al pronto soccorso di Bergamo si spegne la luce. Il 61enne scopre di essere affetto dal coronavirus ed entra in coma. https://youtu.be/SBFvRWwJCJ0

Sono i giorni più difficili per il sistema sanitario regionale

E negli ospedali della Lombardia non si trovavano più posti letto in terapia intesiva. Parte così la chiamata al centro di coordinamento della protezione civile: ad Ernesto serve un posto letto per poter continuare la propria battaglia contro il coronavirus assistito da un ventilatore polmonare. All'appello risponde l'ospedale di Palermo.

Ernesto viene così trasferito in Sicilia grazie ad un volo militare.

Venti giorni dopo inizia un lento miglioramento e può uscire dal reparto di rianimazione. Ora - a 35 giorni dal ricovero - è pronto a tornare a casa. "Mi sono addormentato a Bergamo, la mia città, e mi sono svegliato a Palermo. Ma io mica ci credevo...”, sono le parole ricche di emozione. "Mi tatuerò la Sicilia sul petto - riporta La Repubblica - sono guarito grazie a voi".(Repubblica) Leggi anche: Salvini attacca la Campania: «Pensate a riaprire gli ospedali e a fare tamponi, siete ultimi» Seguici su Facebook: 41esimoparallelo
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