L'Università Ponteficia Salesiana di Roma è una delle più importanti istituzioni educative e culturali cattoliche a Roma. La sede dell'istituto è nel quartiere Nuovo Salario, dove si trova un vero e proprio campus che ospita oltre 200 tra studenti provenienti da tutto il mondo, docenti e membri della congregazione, ed è diventato uno dei nuovi focolai di contagio di coronavirus nella capitale. Secondo quanto riportato da fonti sanitarie a Fanpage.it i positivi attualmente tamponati e positivi sono 15, di cui 4 versano in condizioni più gravi e sono stati ricoverati in ospedale. Secondo altre fonti sarebbero invece molti di più, tra i 30 e i 40, i contagiati. Nonostante i numeri significativi nessuna comunicazione è stata diramata da parte delle autorità accademiche, la struttura non è presidiata e agli ospiti non è stata ancora data nessuna indicazione cautelativa ufficiale da parte delle istituzioni sanitarie per limitare il contagio, lasciando ogni cautela al buon senso di chi vive all'interno del campus. Se i dipendenti dell'Università si trovano poi tutti in smart working o in cassa integrazione, decine di lavoratori che contribuiscono alla vita dell'ateneo la cui missione è ispirata dal messaggio di Don Bosco, continuano a fuori e dentro le mura dell'ateneo. Loro sanno della situazione che si vive all'interno? Sono dotati di dispositivi adeguati? Una gestione che, se paragonata agli allarmi e alle cautele utilizzate per altri luoghi dove la vita comunitaria favorisce il contagio – pensiamo in questo caso alle preghiere o alla mensa in comune dove siedono tutti i residenti nell'Università siano essi studenti, docenti, ospiti in visita – appare inspiegabile, soprattutto perché l'istituto Salesiano si trova immerso in una zona densamente popolata. E se l'indagine epidemiologica non è che all'inizio, quel che è certo è che tra il 22 febbraio e il 13 marzo a Torino si è tenuto il 28° Capitolo Generale della Congregazione Salesiana con delegati da tutta Italia e dal mondo, durante il quale i partecipanti hanno continuano a fare avanti e indietro per l'Italia anche dopo l'inizio del lockdown per rinnovare tutte le cariche della comunità religiosa. Un clima di incertezza e angoscia che coinvolge secondo quanto apprendiamo anche la stessa comunità che vive all'interno, anche adesso che l'esistenza di un focolaio e conclamato dai numeri. L'Università Salesiana, dove si trova anche una Scuola superiore di specializzazione in Psicologia clinica, ha attivato anche attività di solidarietà e assistenza psicologica in questo momento così complesso. “Tu stai a casa… Io sto con te”, è il nome del servizio a disposizione dei cittadini. Un'iniziativa importante dove specializzandi e professionisti mettono a disposizione della comunità le loro competenze. Con lo stesso spirito di solidarietà in questo momento, un'istituzione culturale così importante e riconosciuta, dovrebbe comunicare ai propri vicini la situazione drammatica che sta vivendo all'interno della comunità che abita l'università e che coinvolge inevitabilmente tutta la città. Fonte: Fanpage Leggi anche Coronavirus, morta la bambina di 10 anni che aveva cucito le mascherine per le infermiere: uccisa in un incidente stradale. Seguici su Facebook 41esimoparallelo

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