ROMA - L'Eurogruppo ha trovato un accordo definitivo sul Mes. Mário Centeno - che presiede l'Eurogruppo, dove siedono i ministri economici dell'Eurozona - dice: "Non tutti i Paesi hanno la stessa potenza di fuoco. Per questo noi dobbiamo garantire condizioni di parita". Qualsiasi Nazione dunque - anche se afflitta da problemi di deficit e debito alti - avrà diritto a invocare il prestito europeo In un messaggio via Twitter, il ministro francese dell'Economia Bruno Lemaireprecisa che la linea di credito - pari a 240 miliardi - sarà attiva dal primo giugno 2020.
Dice ancora Centeno: "Tutti i Paesi dell'area dell'euro saranno in grado di trarre il 2% del loro Pil in prestiti a condizioni molto favorevoli e con scadenze lunghe". I prestiti avranno una durata media massima di 10 anni. Il tasso d'interesse che una Nazione dovrà sopportare è marginalmente sopra lo zero", quasi nullo dunque. Si tratta dello 0,1%. "Questo coprirà i costi sanitari diretti e indiretti delle Nazioni, che si sono gonfiati". Costi per la cura, ma anche per la prevenzione. L'unica condizione, duque, è questa: i soldi devono andare alla sanità, nel quadro dell'emergenza coronavirus. E' su questo che l'Unione Europea vigilerà. Gli Stati beneficiari degli aiuti assumeranno questo impegno "sulla base di un Piano individuale di risposta alla pandemia". Ecco Paolo Gentiloni, commissario europeo all'Economia:  entra in campo "uno strumento utile alla nostra risposta alla crisi". La decisione finale per l'accesso alla linea di credito del Mes "spetta agli Stati membri". Aggiunge Gentiloni: "Io non faccio il consigliere del governo italiano, ho lavorato molto perché  questo strumento fosse disponibile senza condizionalità  e con delle caratteristiche che lo rendono particolarmente interessante per Paesi che hanno tassi di interessi piuttosto elevati e tra questi c'è l'Italia. Poi si tratta di una decisione politica, c'è il governo per questo". I governi avranno tempo fino al dicembre 2022 per attivare la linea di finanziamento. Ma il termine potrebbe essere allungato ulteriormente. In ogni caso, l'impegno comune al contenimento di deficit e debito non è archiviato, anzi. Le nazioni si impegnano a coordinare le loro politiche economiche, in prospettiva, "dentro il quadro di sorveglianza Ue".
Si legge nel documento:  "Successivamente (alla crisi sanitaria - ndr) gli Stati membri dell'area dell'euro rimarranni impegnati a rafforzare i fondamenti economici e finanziari, coerentemente con i quadri di coordinamento e sorveglianza economica e fiscale della Ue, compresa l'eventuale flessibilita' applicata dalle competenti istituzioni europee". Fonte: Repubblica Leggi anche La Protezione Civile chiede di prorogare lo stato d’emergenza di altri sei mesi. Seguici su Facebook 41esimoparallelo
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