Il ritorno di Silvia Romano in Italia ha scatenato migliaia di commenti.
E tra questi, quello di Vittorio Sgarbi è il più duro. Al di là della gioia per la sorte della giovane cooperante milanese, libera dopo un anno e mezzo di sequestro in Africa, tengono banco due temi: il riscatto pagato dallo Stato italiano per riaverla (indiscrezioni riferiscomo anche la cifra: 4 milioni) e soprattutto la clamorosa conversione all'islam di Silvia, tornata in Italia vestia in abiti tradizionali islamici e che avrebbe confermato di aver scelto la religione di Allah in modo totalmente libero e senza condizionamenti da parte dei suoi carcerieri, i jihadisti di al Shabaab.
“Silvia Romano va arrestata”.
Così Vittorio Sgarbi in un post su Facebook, pubblicato ieri, domenica 10 maggio, nel giorno della liberazione della cooperante italiana dopo diciotto mesi di prigionia. “Se mafia e terrorismo sono analoghi – ha scritto Vittorio Sgarbi – e rappresentano la guerra allo Stato, e se Silvia Romano è radicalmente convertita all’Islam, va arrestata (in Italia è comunque agli arresti domiciliari) per concorso esterno in associazione terroristica. O si pente o è complice dei terroristi”, continua Sgarbi nel post.
Nel durissimo attacco a Silvia Romano, Sgarbi sembra dimenticare l’articolo 19 della Costituzione italiana che difende la libertà di culto di ogni cittadino italiano: “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”.(Libero/Tpi)
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