L’Italia fa ancora un passo fuori dall’emergenza e prova a riprendersi un altro pezzo di normalità.
Salvo rinvii, stasera il presidente Giuseppe Conte parlerà al Paese in vista del nuovo provvedimento sulla fase 2 che allenta le misure restrittive. Il capo del governo ha deciso di procedere con un altro decreto della presidenza del Consiglio (Dpcm), accompagnato però da un decreto legge di un solo articolo che serve arestituire alle Regioni i poteri per riaprire le attività dopo il lockdown: a patto che i dati siano in linea con il monitoraggio del ministero della Salute.
Da lunedì 18 maggio, data da ricordare, riaprono i negozi al dettaglio e i centri commerciali, alzano le saracinesche i bar, i ristoranti, i parrucchieri, i barbieri, gli estetisti e anche i mercati non alimentari. Si potrà tornare nei musei, nelle biblioteche, visitare le gallerie d’arte e i siti archeologici. E in molti casi la misura da rispettare salirà a 2 metri.
Oggi alle 12
Conte illustrerà il decreto riaperture in consiglio dei ministri, poi farà il punto sui protocolli con i presidenti delle Regioni e i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza.
Ma nonostante l’importanza di queste informazioni, non tutti i governatori hanno fatto bene i compiti a casa. Giovedì pomeriggio la Calabria, ad esempio, non aveva ancora inviato i dati, tanto che i ministri Boccia e Speranza hanno scritto ai governatori per segnalare la «criticità nella disponibilità dei dati» e sollecitarne l’invio.
«L' acquisizione tempestiva dei dati costituisce condizione essenziale per il corretto funzionamento del sistema di rilevazione e contenimento del rischio collegato alla gestione di una nuova epidemia non controllata».
Il monitoraggio
Al di là dello scontro politico, una prima valutazione del monitoraggio della settimana dal 4 all’11 maggio da parte del ministro Speranza dice che «il trend continua a essere positivo». L’unica regione che ha invertito la rotta è il Molise, che ha visto la curva dei contagi impennarsi per colpa di un funerale troppo affollato. «La Lombardia ha purtroppo la terapia intensiva satura oltre la soglia di allarme, ma in miglioramento».
Spostamenti e amici
Si torna a circolare liberamente (senza autocertificazione) all’interno della propria Regione. Dopo oltre due mesi, milioni di italiani potranno rivedere gli amici. Ma restano le regole base per scongiurare i contagi: il distanziamento sociale, l’obbligo di usare le mascherine negli ambienti chiusi e quando non è possibile mantenere le distanze e il divieto di uscire di casa in presenza di sintomi da coronavirus.
Bar e ristoranti
Le regole del distanziamento nei pubblici esercizi rivoluzioneranno le abitudini degli italiani. Si potrà tornare nei bar per un caffè o uno spuntino, ma gli ingressi saranno contingentati in base all’ampiezza del locale e quindi si farà la fila con la mascherina. I ricercatori dell’Inail e dell’Istituto superiore di sanità, che hanno scritto le raccomandazioni nell’ambito del Comitato tecnico scientifico, hanno stabilito in quattro metri quadrati la superficie destinata a ciascun cliente: 2 per 2. Al ristorante la regola base è la distanza di due metri tra un tavolo e l’altro, mentre tra commensali «deve essere sufficiente ad evitare le trasmissione di droplets». Niente buffet, menù di carta, camerieri con guanti e mascherina.
I centri commerciali
Riaprono lunedì anche i negozi, o meglio, tutti quelli che sono in grado di farlo. A Milano è stato stimato che soltanto il 65% alzerà le serrande. I vestiti non dovranno essere sanificati, ma ove possibile bisognerà fare le prove con i guanti e avere diversi dispenser, obbligatorio alle casse. Per centri commerciali e outlet i posti nei parcheggi saranno quasi dimezzati e gli ingressi contingentati. Gli ascensori (almeno quelli più piccoli) saranno limitati ai portatori di handicap, si useranno scale mobili e tapis roulant. Sulle panchine gli adesivi indicheranno l’obbligo di mantenere le distanze e all’ingresso dei negozi di abiti, scarpe, profumeria e altri articoli ci sarà il «salvacoda» e si dovrà prendere il numeretto. Anche i mercati all’aperto riapriranno, ma dovranno essere recintati e il numero dei banchi sarà ridotto.(Corriere)
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