In Cina si sta materializzando l’incubo di una “nuova Wuhan”, ossia di un nuovo epicentro nazionale dell’epidemia di coronavirus.

A destare la preoccupazione delle autorità locali è infatti attualmente la città di Shulan, abitata da 700mila persone e ubicata nella provincia nordorientale di Jilin, al confine con Russia e Corea del Nord. L’allarmante diffusione dell’infezione in tale centro urbano ha appunto spinto le istituzioni a imporre lì restrizioni drastiche, analoghe a quelle varate nella metropoli dello Hubei a inizio anno. Nel gigante asiatico, ad oggi, sono risultati positivi al morbo 82.960 individui, mentre i pazienti deceduti per il Covid sono 4.634.

L'allarme rosso

A convincere il governo cittadino e quello nazionale a decretare l’allarme rosso e a “sigillare” Shulan è stata, ha ricostruito ieri Il Sole 24 Ore, la scoperta nella città in questione di un “cluster” di nuovi infetti, costituito da “un nucleo di persone che non aveva avuto contatti con l'estero, né tanto meno con il settore sanitario, quindi senza esposizione considerate ‘a rischio’”.

Le restrizioni anti-contagio introdotte nella località nordorientale

Sono simili a quelle attuate in precedenza a Wuhan, riferisce AdnKronos, come “piani per rafforzare le misure di lockdown intensificando il controllo sugli spostamenti in tutte le zone abitate”.

Nel dettaglio

Le misure drastiche vigenti a Shulan stabiliscono che “non si può più uscire dai blocchi residenziali in cui ci sono casi confermati o sospetti di coronavirus. Il medesimo comunicato a cui si attiene l’organo di informazione capitolino annuncia poi che agli abitanti del resto della città sarà consentito uscire di casa esclusivamente per comprare beni indispensabili. Nel dettaglio, un componente per ogni famiglia potrà andare a fare la spesa ogni due giorni, ma non per più di due ore. Sempre per effetto dell’isolamento precauzionale imposto a Shulan sono state inoltre chiuse le scuole ed è stato bloccato il sistema dei trasporti. La località della provincia di Jilin, aggiunge AdnKronos, era sotto osservazione da parte delle autorità sanitarie dal 10 maggio, in quanto già allora considerata “zona ad alto rischio” per la diffusione del coronavirus.

Il confinamento anti-Covid

Decretato in questi giorni nella città del nordest del Paese viene fatto rispettare mentre a Pechino, evidenzia Il Sole 24 Ore, ci si appresta ad allentare varie misure prudenziali e a programmare la prossima sessione del Partito Comunista cinese.(IlGiornale) Leggi anche: Il ministro Boccia frena: «Niente mobilità dal 3 giugno tra regioni ad alto rischio». Seguici su Facebook: 41esimoparallelo
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