Il ministro lancia l'allarmee
"L'ipotesi delle riaperture interregionali dal 3 giugno è stata già ufficializzata dal presidente del Consiglio, ma a condizione che si rispettino i dati del monitoraggio sull'epidemia. Se una regione è ad alto rischio non può partecipare alla mobilità interregionale". Lo ha ribadito il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia in audizione alla Commissione Federalismo fiscale della Camera.
Tornano a salire i contagi con l'incremento dei casi totali che è quasi raddoppiato
Passando dai 451 di lunedì - il numero più basso dall'inizio del lockdown - agli 813 di martedì. Un dato su cui pesa sicuramente il maggior numero di tamponi effettuati rispetto al giorno precedente e che rappresenta comunque un monito, tanto che il ministro per le Autonomie Boccia è tornato a ribadire che, in caso la curva risalisse, si dovrà nprovvedere a nuove chiusure.
Chiusure? Sarà lo Stato a decidere, non le Regioni
Le chiusure saranno di esclusiva competenza dello Stato: la circolare del capo di gabinetto del Viminale Matteo Piantedosi ai prefetti chiarisce che non potranno essere i governatori a decidere se aprire o bloccare i "confini": gli spostamenti potranno essere limitati solo con provvedimenti statali, adottati in relazione a "specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalita' al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree".
Il bollettino della Protezione civile e il caso Lombardia
Il bollettino quotidiano della Protezione Civile dice che 16 giorni dopo l'avvio della Fase due i casi totali sono saliti a 226.699. Ma quel che conta è l'incremento, doppio rispetto a lunedì. Un dato su cui pesano i numeri della Lombardia: su 813 casi, 462 sono nella Regione più colpita, che rispetto a lunedì fa segnare anche una risalita delle vittime - 54 nelle ultime 24 ore, l'incremento era stato di 24 - e degli attualmente positivi: sono 27.291, 218 in più, mentre lunedì c'era stato un calo rispetto al giorno precedente di 357 malati. Che la Lombardia resti un problema lo conferma anche il rapporto tra contagiati e tamponi: se in tutta Italia è di circa 2 nuovi positivi ogni cento test fatti, a Milano e dintorni è ad oltre 4 su 100.
Nel resto d'Italia la curva è in discesa
Nel resto d'Italia, invece, il trend continua complessivamente la discesa e, almeno per il momento, non si registrano particolari ripercussioni dopo l'allentamento delle misure deciso il 4 maggio: continuano a diminuire i malati in terapia intensiva (716, rispetto a domenica 33 in meno) in tutta Italia, con i posti occupati dai pazienti Covid che sono ben lontani dalla soglia critica del 30%, i guariti sono quasi 130mila e per la prima volta dal 15 marzo i ricoverati con sintomi tornano sotto i diecimila (9.991). Tutte le regioni restano dunque al momento a rischio 'basso', mentre è 'moderato' in Lombardia, Molise e Umbria.(Fanpage/Tgcom24)
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